RIDARE DIGNITÀ AL PAESE, ALLE PERSONE, AL LAVORO.

Salute Mentale e Lavoro 

Salute Mentale e Lavoro 

di Gabriel Proietti – Uiltrasporti Trasporto Aereo

Proviamo a parlare della salute mentale in generale, cominciando da una sua definizione: 

Con l’espressione salute mentale, secondo la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), si fa riferimento ad uno stato di benessere emotivo e psicologico nel quale l’individuo è in grado di sfruttare le sue capacità cognitive o emozionali, esercitare la propria funzione all’interno della società, rispondere alle esigenze quotidiane della vita di ogni giorno, stabilire relazioni soddisfacenti e mature con gli altri, partecipare costruttivamente ai mutamenti dell’ambiente, adattarsi alle condizioni esterne e ai conflitti interni. 
Si parla quindi della salute mentale come “uno stato di benessere in cui ogni individuo possa realizzare il suo potenziale, affrontare il normale stress della vita, lavorare in maniera produttiva e fruttuosa e apportare un contributo alla propria comunità“. La sua definizione dunque è strettamente collegata alla comunità; non è un problema del singolo, ma coinvolge tutti. 

Uno stato emotivo e psicologico molto complesso che coinvolge le varie dinamiche psico-sociali e che determina le nostre azioni come proiezione di noi stessi nei confronti dell’ambiente che ci circonda. 

Una condizione individuale che, in ambito lavorativo andrebbe forse monitorata, con strumenti adatti a cogliere le opportunità, per intervenire efficacemente, al fine di garantire quella stabilità emotiva e psicologica necessaria e indispensabile. 

La salute mentale sul lavoro dovrebbe quindi essere considerata come una priorità strategica per le imprese e non solo, ma cosa si sta effettivamente facendo al riguardo? 

“Negli ultimi anni, la consapevolezza sull’importanza della salute mentale nei luoghi di lavoro è aumentata notevolmente. In molti paesi, come negli Stati Uniti e nell’Unione Europea, sono state introdotte leggi specifiche che obbligano le aziende a considerare la salute mentale dei loro dipendenti e che stabiliscono i criteri per garantire la sicurezza e la salute mentale. Queste normative non solo rappresentano un passo avanti significativo verso il riconoscimento della salute mentale come componente cruciale del benessere generale, ma aiutano anche a creare ambienti di lavoro più inclusivi e produttivi. 

Le aziende che non rispettano tali normative potrebbero affrontare severe sanzioni legali, stimolando così un cambiamento positivo nel modo in cui la salute mentale viene affrontata nei luoghi di lavoro. Molti governi stanno implementando incentivi per incoraggiare le aziende a istituire e mantenere programmi di supporto psicologico all’interno dei loro luoghi di lavoro. Questi incentivi possono assumere la forma di sgravi fiscali o finanziamenti diretti per quei datori di lavoro che adottano iniziative per la salute mentale. Tali iniziative hanno dimostrato di migliorare non solo il benessere dei lavoratori ma anche la produttività e il morale aziendale generale. Questi incentivi governativi simboleggiano un impegno istituzionale verso la promozione della resilienza psicosociale e del benessere nei contesti lavorativi. 

Le aziende hanno una significativa responsabilità legale nel garantire che i loro luoghi di lavoro siano sicuri e salutari, incluso l’aspetto mentale. Con l’aumento delle normative sulla salute mentale, le imprese si trovano a dover adattare le loro pratiche per conformarsi alle leggi vigenti. Le aziende sono inoltre tenute a condurre valutazioni del rischio psicosociale e a implementare strategie di mitigazione per affrontare problemi come lo stress lavorativo e il burnout. La mancata conformità non solo espone le aziende a potenziali cause legali e sanzioni pecuniarie, ma può anche danneggiare la loro reputazione e ridurre il morale dei dipendenti. 

Di conseguenza, molte aziende stanno adottando un approccio proattivo per soddisfare e superare le aspettative legali in tema di salute mentale. Il sostegno legislativo ai lavoratori che si trovano in situazioni di crisi mentale è un elemento cruciale delle politiche contemporanee in materia di lavoro. Le leggi in molti paesi ora includono disposizioni per il congedo retribuito dovuto a gravi condizioni mentali e depressione, riconoscendo l’importanza del riposo per il recupero della salute mentale. 

Le politiche pubbliche in materia di supporto psicologico nei luoghi di lavoro si sono evolute considerevolmente negli ultimi decenni. Gli attuali approcci integrati riflettono una comprensione più profonda dell’importanza della salute mentale come parte integrante della politica di salute e sicurezza sul lavoro. In passato, la salute mentale veniva spesso trascurata o considerata un problema privato, ma oggi è al centro delle strategie per lo sviluppo di ambienti di lavoro sostenibili e inclusivi. 

Le amministrazioni pubbliche, riconoscendo il costo economico della malattia mentale in termini di perdita di produttività e costi sanitari, si stanno concentrando su iniziative preventive e educative, promuovendo una cultura del benessere. Questo cambiamento è supportato dalla ricerca accademica e dai rapporti che dimostrano chiaramente i benefici economici e sociali di investire nella salute mentale. La continua evoluzione delle politiche pubbliche promette di mantenere alto il livello di attenzione su questo tema, spingendo le istituzioni pubbliche e private a innovare continuamente nel campo del benessere psicologico.” 

Ci sembra quindi di capire che, sono stati fatti passi significativi sul percorso di tutela della salute mentale negli ambienti di lavoro e crediamo che si debba continuare su questa strada, con azioni di mantenimento e se possibile di ulteriore miglioramento rispetto a quanto realizzato finora. 

Sarebbe il caso di fare uno sguardo introspettivo individuale per cercare di capire come ci sentiamo e dare un’occhiata fuori di noi stessi, per comprendere se e quanto l’azienda nella quale lavoriamo, effettivamente tenga in dovuta considerazione la nostra salute mentale???