Roma, 06 febbraio 2021 – Il Capitale Umano è uno degli asset intangibili dell’organizzazione, costituisce il capitale intellettuale e fa parte del patrimonio ‘immateriale’ dell’impresa.Esso è rappresentato dal fattore umano, ovvero quegli elementi non fisici peculiari delle persone, come il sapere, le competenze, le esperienze e in genere le qualità personali ed umane messe in campo dai cosiddetti “stakeholder interni”, ossia di coloro che operano all’interno dell’organizzazione.
I lavoratori all’interno dell’organizzazione, infatti, costituiscono il vero e proprio motore della competitività aziendale e del valore generato dai prodotti e servizi immessi nel mercato.
Secondo alcuni studi, il valore di mercato di un’organizzazione è determinato per il 75% da elementi intangibili.
Per ENAV il capitale umano è sempre stato al centro delle proprie politiche, almeno fino a quando qualcosa è cambiato. Manager senza scrupoli hanno preteso di trattare come un’azienda in cui il principale obiettivo è il ricavo una società che ha come mission di Garantire sempre la sicurezza e la puntualità ai milioni di passeggeri che volano nei cieli italiani, contribuire alla crescita del trasporto aereo nazionale ed europeo con efficienza e innovazione, costruire sui pilastri della safety una strategia sempre più customer oriented che modernizzi i sistemi, crei valore e fortifichi ancor di più la presenza di ENAV nel contesto internazionale.
Sarà forse che le retribuzioni variabili in funzione di discutibili indicatori economici facciano dimenticare a chi governa quest’azienda che la mission aziendale è la sicurezza? Durante quest’anno tragico abbiamo più volte avanzato la richiesta comune di costruire un Fondo bilaterale di garanzia e tutela per tutti i dipendenti del Gruppo, richiesta ritenuta qualche mese fa non necessaria dai vertici ENAV vista la solidità aziendale, peccando evidentemente di poca lungimiranza. Abbiamo altresì chiesto al management del Gruppo di utilizzare il tempo a disposizione per effettuare l’upskilling dei propri dipendenti, ovvero formarli e addestrarli per accrescere le proprie competenze. Ma secondo il management era forse troppo “dispendioso”…
Oggi è arrivata la comunicazione ufficiale del ricorso al FIS ordinario per i lavoratori dell’aeroporto di Firenze, un’azione grave, inopportuna e inutile ai fini del risparmio economico per ENAV S.p.A. Anche questo ulteriore passo viene fatto senza nessun confronto preventivo con le OO.SS. nonostante la chiusura dell’aeroporto fosse nota fin dai primi di gennaio. Questo conferma che le denunce scritte in questi ultimi mesi su numerosi comunicati riguardo alle molte iniziative unilaterali intraprese dall’ Azienda a partire da settembre 2 in poi erano fondate e rappresentavano solo l’inizio di una deriva della quale non si vede la fine.
L’Azienda ha deciso UNILATERALMENTE di ricorrere al FIS per risparmiare poche decine di migliaia di euro senza tener conto che pochi mesi fa ha distribuito ben 119 milioni di euro di dividendi agli azionisti e dichiarato un utile nella novemestrale di circa 15 milioni di euro. Pensare di ricorrere ad ammortizzatori sociali finanziati con soldi pubblici dopo aver continuato a distribuire e vantare utili anche in periodo di crisi già conclamata è uno schiaffo in faccia a tutte le aziende e a tutti lavoratori che rischiano la sopravvivenza delle attività e dei posti di lavoro.
Nonostante sia comprensibile che vi possano essere delle criticità di cassa la sostenibilità e la solidità del gruppo ENAV non è certo messa in discussione e non può giustificare il ricorso agli ammortizzatori sociali, senza per altro aver analizzato nessun intervento alternativo. Si riscontrano, inoltre, continue decisioni contraddittorie che vanno in controtendenza rispetto ai sacrifici richiesti ai lavoratori, come le nomine di numerosi quadri e le scelte poco chiare sul contenimento dei costi da parte dei vertici Aziendali. Come detto, riteniamo assurdo che si sia persa in questi dieci mesi l’ennesima occasione, fornita dal calo del traffico, per dare corso ad attività generalizzate di professionalizzazione, formazione, addestramento e aggiornamento che avrebbero consentito oggi di riempire le ore lavoro libere e ridotto la necessità di ricorso allo straordinario, necessario per svolgere le stesse attività una volta avviata la ripresa.
Chiederemo spiegazioni all’Amministratore Delegato e al consiglio di Amministrazione in tutte le sedi anche istituzionali e metteremo in campo tutte le azioni di lotta necessarie per contrastare questo atteggiamento di totale mancanza di confronto con le parti sociali e di disinteresse per i sacrifici e per la disponibilità dimostrata dalle lavoratrici e dai lavoratori del gruppo in questo lungo periodo di crisi.
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