Roma, 10 giugno – “La vicenda giudiziaria in cui è coinvolto Il Gruppo Onorato con il dissesto finanziario della compagnia italiana di navigazione che dieci anni fa ha acquistato dallo Stato le navi e le rotte di Tirrenia rappresenta, a nostro parere, l’evidenza del fallimento della teoria basata sul principio che sia sufficiente ricorrere alle privatizzazioni per realizzare gestioni sane. Questo per noi non significa che si debba tornare necessariamente allo Stato “imprenditore” in senso generale, ma lo Stato, soprattutto per quanto riguarda i servizi con onere pubblico, come quelli della continuità territoriale con le isole, avrebbe dovuto monitorare, vigilare ed intervenire senza aspettare questo disastro” Così il Segretario Generale Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi e il Segretario Nazionale, Paolo Fantappiè, sulle ultime vicende relative alla vertenza Tirrenia -Cin.
“Quello che in parte è emerso con particolare virulenza in questi mesi, la Uiltrasporti lo denunciò pubblicamente diversi anni fa ma, Governo di allora compreso, nessuno è intervenuto.
Al di là di come si concluderà questa vertenza infinita, tutti i lavoratori e i dipendenti devono essere salvaguardati e tutelati e non condannati ad un oblio che li costringerebbe a perdere il posto di lavoro e quindi la retribuzione” denunciano Tarlazzi e Fantappiè che proseguono “il Governo non può chiamarsi fuori perché la problematica non riguarda solo il futuro della società bensì riguarda l’intero progetto messo in atto dallo Stato per la continuità territoriale.
Serve pertanto un intervento dello Stato affinché sia garantita la mobilità delle persone, del nostro Paese così come il turismo, perché l’Italia ha bisogno di ripristinare gli asset strategici per la sua ripresa e ricostruzione. Lo stato è intervenuto dopo il crollo del ponte Morandi su Aspi, su Ilva e su Alitalia seppur ancora non ci sia la soluzione. Altrettanto la vertenza Tirrenia – Cin necessità di attenzione e di impegno politico” concludono.