Cittadini e lavoratori insieme contro la violenza nel settore
Ogni anno nel nostro Paese vengono denunciate quasi 7000 aggressioni ai danni delle lavoratrici e dei lavoratori nel settore dei trasporti, a queste vanno aggiunti tutti gli episodi di violenza, fisica o verbale, che non vengono denunciati. Si tratta di un’emergenza ormai quotidiana che interessa moltissimi settori e comprende non solo il trasporto pubblico locale e quello ferroviario, ma anche il trasporto aereo, la logistica, i servizi ambientali e il multiservizi. Il problema è che troppo spesso le vittime non denunciano e c’è tutto un sottobosco di aggressioni verbali, ingiurie ed eventi che non vengono censiti; una quantità indefinibile, che può tranquillamente essere il doppio o il triplo di quelle fisiche.
Dietro questi episodi non si nascondono solo tensioni momentanee, ma un deterioramento culturale che colpisce in prima persona chi garantisce ogni giorno la mobilità del Paese.
Non possiamo infatti ignorare il contesto in cui queste aggressioni avvengono perché è chiaro che se non si investe in modo corretto, le infrastrutture di questo paese non cresceranno mai peggiorando anche il servizio dei trasporti e aumentando la frustrazione degli utenti e di conseguenza il pericolo di aggressioni che rimangono sempre e comunque azioni criminali che non possiamo tollerare.
Con la campagna “Aggressioni nei trasporti: per me è no”, che abbiamo presentato lo scorso 26 giugno, vogliamo lanciare un messaggio chiaro, inequivocabile e urgente: la violenza contro i lavoratori dei trasporti non è tollerabile, né giustificabile. È un appello alla coscienza collettiva, un invito alla responsabilità sociale, ma anche una chiamata all’azione per istituzioni, aziende e cittadini, rendendo visibile ciò che troppo spesso viene minimizzato. Non si tratta solo di uno slogan. È un atto di civiltà che mette al centro la sicurezza e la dignità del lavoro.
Rivendichiamo da tempo l’adozione di misure strutturali contro le aggressioni: più presidi di sicurezza, telecamere a bordo, formazione specifica per la gestione dei conflitti, ma anche una revisione dei modelli organizzativi aziendali che, troppo spesso, scaricano la tensione sociale sugli operatori di front line.
La campagna è rivolta ai cittadini che ogni giorno utilizzano i mezzi di trasporto o entrano in contatto con le lavoratrici e i lavoratori dei trasporti e servizi, per sensibilizzarli sul tema. Ma anche ai lavoratori stessi che si fanno portavoce della necessità di lavorare in ambienti più sicuri e in situazioni meno conflittuali.
Vogliamo incoraggiare lavoratrici e lavoratori a denunciare ogni violenza subita e creare consapevolezza tra i cittadini, perchè anche rimanere in silenzio o voltarsi dall’altra parte rappresenta un atto di inciviltà.
Un impegno che parte dal basso e guarda lontano, perché il rispetto non è solo una questione sindacale o contrattuale: è un valore da coltivare nel quotidiano, in ogni gesto, in ogni parola scambiata con chi lavora, guida, controlla, assiste, informa.
Per promuovere la campagna realizzeremo eventi e momenti di approfondimento, ma anche manifestazioni pubbliche nelle principali stazioni o aeroporti o piazze italiane.
Il primo obiettivo che ci poniamo è quello di arrivare alla messa a punto e all’effettivo funzionamento di un osservatorio sulle aggressioni che inquadri il fenomeno e aiuti le parti sociali e le istituzioni a trovare soluzioni efficaci e condivise per far fronte a questo fenomeno, indegno per una società civile.
Con questa iniziativa, non vogliamo solo difendere un diritto fondamentale per le lavoratrici e i lavoratori, che è quello alla sicurezza, ma anche renderci promotori di una cultura di dialogo e giustizia perchè dire “no” alle aggressioni è dire “sì” a una società più civile e più umana.