Roma, 21 novembre. “Chiediamo al Presidente del Consiglio di confermare gli impegni assunti nei mesi scorsi e di mettere fine allo stallo dovuto alla querelle fra i potenziali azionisti del consorzio di cui Ferrovie è capofila”. A dichiararlo le Segreterie nazionali
di Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl TA.
“Chiediamo anche – proseguono – di conoscere quali nuove attività i commissari possono mettere in campo per ridurre ulteriormente i costi di acquisto di beni e servizi, e per evitare la riduzione della flotta di aeromobili, alcuni dei quali risultano già purtroppo in uscita a breve, senza che ad oggi ne sia prevista la sostituzione.
“Non siamo più disponibili ad assistere al triste balletto delle “dead lines”, che puntualmente sfociano nell’ennesima proroga concessa, perché chi ne ha la competenza non è stato in grado di trovare una soluzione: l’infinita attesa danneggia pesantemente Alitalia e rischia di pregiudicarne la sopravvivenza e le possibilità di rilancio.
“I potenziali azionisti del consorzio – denunciano i Sindacati – che dovrebbe dare vita alla “nuova Alitalia”, nei fatti stanno dimostrando interessi totalmente avulsi da quelli della Compagnia che si sono impegnati a far decollare.
“Il 13 dicembre i lavoratori di Alitalia sciopereranno per 24 ore per dire basta a questa lenta agonia: il Governo sciolga i nodi ancora irrisolti; faccia quanto necessario per tutelare il nostro Paese e far decollare la nuova Compagnia di Bandiera; convochi i futuri azionisti ed il Sindacato per discutere di investimenti sulle principali aree di business (flotta, manutenzione, handling) e di un vero piano di rilancio che sia finalmente tale; dia immediatamente corso alla riforma del Trasporto Aereo per regolare la concorrenza ed eliminare il dumping salariale; e infine, dia strutturalità al finanziamento del Fondo di Solidarietà di settore.
“Su questi punti non faremo sconti a nessuno – avvertono Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl TA – In assenza di soluzioni convincenti, lo sciopero del 13 dicembre sarà inevitabilmente seguito da ulteriori azioni di mobilitazione nell’interesse dei lavoratori e del Paese”.