Roma, 27 gennaio 2021 – “Siamo preoccupati per i lavoratori di Alitalia in amministrazione straordinaria che rischiano di non vedersi pagati gli stipendi se non arriverà la tranche di 73milioni prevista dal Decreto Rilancio”. Così Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti sull’attuale situazione della Newco Alitalia-Ita
“Siamo preoccupati per la loro sorte perché dal piano industriale della nuova Compagnia di bandiera ITA non vi è certezza per il loro futuro. Un piano industriale che consideriamo troppo debole e mancante di molti presupposti per lo sviluppo della Compagnia nel momento in cui il mercato potrà ripartire appieno”. Proseguono le organizzazioni sindacali.
“Per queste ragioni con ETF (Sindacato Europeo dei Trasporti) chiediamo un incontro alla eurocommissaria alla concorrenza M. VESTAGER perché c’è la necessità di sveltire il percorso di autorizzazione da parte della U.E. per la partenza della nuova Alitalia, sbloccando la procedura di vendita e consentire il trasferimento di tutto il perimetro delle attività, handling e manutenzione comprese, nell’interesse dei lavoratori e del Paese che sulla nuova Compagnia di bandiera ha fatto un investimento considerevole sotto il profilo finanziario per rilanciare la nostra economia anche facendo leva sul turismo”. Spiegano Malorgio, Pellecchia e Tarlazzi.
“Le norme U.E. sulla concorrenza non impediscono ad un soggetto pubblico di investire, senza alcun limite quantitativo nel vettore di bandiera (come hanno fatto Francia, Germania, Olanda ecc…) a condizione che questi lo faccia operando con regole di mercato come un investitore privato che è esattamente ciò che ITA deve, a nostro avviso, fare ma senza inique penalizzazioni tese unicamente ad umiliare il nostro Paese e a predarne il ricco mercato”. Dichiarano i Segretari generali, “Esigiamo pari trattamento e rispetto sinora mostrato ai nostri competitor europei”.
“La newco deve poter contare sul personale dipendenti di Alitalia in A.S., brand, logo, beni strumentali indispensabili alla produzione, slot, handling e manutenzione perché costituiscono un patrimonio che ha valore unicum produttivo”.
“Pertanto nell’ambito della procedura di bando aperta, le offerte per l’acquisizione dell’intero complesso dei beni aziendali debbono essere preferite”. Concludono.
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