Roma, 10 lug. (AdnKronos) (Mcc/AdnKronos). “Non vedo alternative a una soluzione industriale che veda Atlantia tra gli azionisti. Tutto il resto rischia di essere un pasticcio”. Ad affermarlo è il segretario generale della Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi, per il quale, vanno ora superate “le problematiche politiche” per poter coinvolgere Atlantia. A quel punto, sottolinea all’Adnkronos, “deve essere predisposto un progetto industriale serio e solido che consenta il rilancio di Alitalia”.
Per Tarlazzi, “non ci sono dubbi che la soluzione industriale migliore passa da Atlantia”. Desta, invece, perplessità l’opzione di un eventuale affiancamento da parte del gruppo Toto. “Toto – dice Tarlazzi – ha contenziosi aperti con Alitalia. Sarebbe come portare in casa una persona con la quale litighi. Non mi sembra opportuno”. Né altri soggetti sembrano avere le carte in regola e “la consistenza finanziaria” per entrare nella newco, come nel caso dell’azionista di Avianca, German Efromovich. “Non mi sembrano ci siano le condizioni”, afferma.
Ma il punto vero, una volta individuato il partner, è il nuovo piano industriale. “Per essere rilanciata, Alitalia ha bisogno di un piano di investimenti per sviluppare la rete di lungo raggio con nuove rotte e nuovi aerei”, spiega Tarlazzi. Un piano, tiene a sottolineare, “che non restringa il perimetro della compagnia perchè, negli anni, ogni volta si è perso qualcosa e questo non deve ripetersi anche questa volta”.
Piano di sviluppo, dunque, e “garanzia di piena tutela dell’occupazione”: è questo l’altro punto fermo che “deve essere assicurato, che noi nell’ultimo incontro abbiamo ribadito al ministro Di Maio e che va posto al centro del confronto con il sindacato”. Ma non solo. C’è la partita delle nuove regole di sistema del settore del trasporto aereo. “Occorre mettere mano a una riforma del settore. Ora, Alitalia corre con una gamba legata, a tutto vantaggio delle compagnie low cost. In questo senso, la presenza dello Stato nella compagnia può essere una garanzia perché questa riforma finalmente si faccia. Altrimenti, il suo rilancio rischia di essere compromesso in partenza”.
Ma il punto vero, una volta individuato il partner, è il nuovo piano industriale. “Per essere rilanciata, Alitalia ha bisogno di un piano di investimenti per sviluppare la rete di lungo raggio con nuove rotte e nuovi aerei”, spiega Tarlazzi. Un piano, tiene a sottolineare, “che non restringa il perimetro della compagnia perchè, negli anni, ogni volta si è perso qualcosa e questo non deve ripetersi anche questa volta”.
Piano di sviluppo, dunque, e “garanzia di piena tutela dell’occupazione”: è questo l’altro punto fermo che “deve essere assicurato, che noi nell’ultimo incontro abbiamo ribadito al ministro Di Maio e che va posto al centro del confronto con il sindacato”. Ma non solo. C’è la partita delle nuove regole di sistema del settore del trasporto aereo. “Occorre mettere mano a una riforma del settore. Ora, Alitalia corre con una gamba legata, a tutto vantaggio delle compagnie low cost. In questo senso, la presenza dello Stato nella compagnia può essere una garanzia perché questa riforma finalmente si faccia. Altrimenti, il suo rilancio rischia di essere compromesso in partenza”.