Rinnovato il Contratto Nazionale.
Dopo un negoziato lungo e complesso è stato firmato l’accordo per 600.000 lavoratrici e lavoratori alle 5 del mattino del 13 giugno 2025
di Massimo Longo
Un rinnovo contrattuale atteso, necessario, simbolico. A cinque mesi dall’avvenuta scadenza, e dopo undici mesi di un complesso negoziato (la trattativa era iniziata alla fine di luglio 2024, ovvero sei mesi prima della scadenza del CCNL) la Uiltrasporti, la Filcams CGIL e la Fisascat CISL hanno raggiunto l’accordo con Confcooperative Lavoro e Servizi, Legacoop Produzione e Servizi, Agci Servizi e Unionservizi Confapi per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro del settore Multiservizi. Anip Confindustria resta fuori dalla firma, ma il tavolo raggiunge comunque un risultato storico che interessa 600.000 lavoratrici e lavoratori in tutta Italia.
Un’alba di giustizia: la firma alle 5 del mattino
Il 13 giugno 2025 entrerà nella storia della nostra organizzazione sindacale e del lavoro come la data che ha segnato una svolta per chi, troppo spesso, è rimasto e resta invisibile. Dopo una lunga maratona negoziale notturna, l’accordo è stato sottoscritto alle ore 5 del mattino. Un orario non casuale: è l’ora in cui molte delle lavoratrici e dei lavoratori del comparto iniziano la loro giornata, spesso in solitudine, spesso nel silenzio, nei corridoi di uffici, ospedali, scuole, aeroporti. È l’ora della dignità, quella che l’intesa restituisce con forza a queste lavoratrici ed a questi lavoratori.
Una categoria essenziale, un rinnovo finalmente dignitoso
Il settore Multiservizi comprende un arcipelago di professionalità: dalle pulizie agli ausiliari ospedalieri, dai servizi integrati ai trasporti interni, dagli appalti scolastici a quelli aeroportuali. È un settore composto in larga parte da donne, molte delle quali impiegate in contratti part-time non volontari, con orari frammentati, salari modesti, poche tutele. In questo scenario, il rinnovo del CCNL assume un valore che va oltre le cifre: è il riconoscimento del ruolo essenziale di chi tiene in piedi, ogni giorno, i servizi fondamentali del nostro Paese.
Chi ha firmato e chi si è tirato indietro
La firma è arrivata da parte delle organizzazioni sindacali e delle associazioni datoriali Confcooperative Lavoro e Servizi, Legacoop Produzione e Servizi, Agci Servizi e Unionservizi Confapi, che rappresentano circa il 70% delle imprese del comparto. Una larga maggioranza, che dà al contratto piena legittimità. Grave, però, l’assenza di Anip Confindustria, che ha scelto di non sottoscrivere l’accordo, ostacolando il negoziato fino all’ultimo minuto, con richieste di rinvii e proposte inaccettabili di scambio tra diritti e salario. Una condotta che è stata fortemente stigmatizzata dalle organizzazioni sindacali.
Novità normative: più diritti e più tutele
Tra i punti più qualificanti del nuovo contratto ci sono importanti avanzamenti normativi:
• Part-time e consolidamento automatico delle ore: Per la prima volta viene introdotto un meccanismo di consolidamento automatico delle ore supplementari lavorate nell’anno precedente, pari ad almeno il 15%, nei casi in cui le esigenze di lavoro non riguardino la sostituzione di lavoratori con diritto al mantenimento del posto. Un passo fondamentale per combattere il sottodimensionamento orario e la precarietà endemica. Inoltre, se l’azienda non risponde alla richiesta di esame congiunto, scatterà automaticamente un aumento dell’orario di lavoro individuale del 30%.
• Sfera di applicazione: Nasce una commissione paritetica con il compito di rivedere e razionalizzare la sfera di applicazione del contratto, con l’obiettivo di ridurre sovrapposizioni e ambiti non coerenti, a partire da quelli legati alla ristorazione.
• Malattia e trasparenza: Viene finalmente introdotto l’obbligo per le aziende di fornire, su richiesta del lavoratore o della lavoratrice, un’informativa sul numero di giornate di assenza per malattia. Un segnale di civiltà e trasparenza.
• Donne vittime di violenza: L’accordo rafforza le tutele per le donne che affrontano percorsi di fuoriuscita dalla violenza, aumentando al 100% l’indennità per ulteriori 90 giorni di congedo, e introducendo il diritto al trasferimento presso altre sedi di lavoro e l’esenzione da turni disagiati.
Capitolo economico: aumento salariale oltre al pieno recupero dell’inflazione
Dal punto di vista salariale, il rinnovo introduce un aumento complessivo di 215 euro lordi a regime per il livello 2 (parametro 109), corrispondente a un incremento del 16,6% delle retribuzioni tabellari, comprendente anche il totale recupero dell’inflazione maturata nel quadriennio 2021-2024.
Gli aumenti saranno così distribuiti:
• 1° luglio 2025: +40€ (oltre ai 10€ già previsti dal precedente CCNL)
• 1° maggio 2026: +35€
• 1° ottobre 2026: +35€
• 1° maggio 2027: +30€
• 1° dicembre 2027: +20€
• 1° luglio 2028: +25€
• 1° ottobre 2028: +20€
• 1° marzo 2029: +10€
In totale, una massa salariale aggiuntiva pari a 5.705 euro lordi entro la scadenza del contratto, fissata al 31 dicembre 2028
Viene inoltre confermata la clausola a consuntivo, che garantisce l’adeguamento automatico dei salari all’inflazione per gli anni di vigenza 2025-2028. Non solo: in caso di mancato rinnovo, gli anni 2029 e 2030 vedranno l’aumento automatico delle retribuzioni sulla base dell’indice inflazionistico programmato.
Un risultato importante e tempestivo
La firma arriva ad appena cinque mesi dalla scadenza del contratto, un fatto assolutamente straordinario se si pensa ai lunghissimi ritardi che hanno caratterizzato i rinnovi precedenti (l’ultimo era stato firmato dopo ben otto anni di vacanza contrattuale).
Questo rinnovo, dunque, non solo risponde ai bisogni materiali delle lavoratrici e dei lavoratori, ma rappresenta anche un cambio di passo politico e sindacale, ponendo fine a una stagione di attese infinite e segnando una rinnovata centralità del confronto tra le parti.
L’assenza di Anip Confindustria: irresponsabilità e sabotaggio
Non può passare sotto silenzio il comportamento di Anip Confindustria, che per tutto il percorso negoziale ha mostrato scarsa disponibilità, se non vera e propria ostilità. L’associazione ha proposto scambi inaccettabili tra diritti e salario, ha ritardato gli incontri con richieste di rinvio e si è infine sottratta alla firma, manifestando scarsa attenzione e mancanza di rispetto soprattutto per le lavoratrici ed i lavoratori del settore nonché il palese disinteresse della associazione stessa ad incidere concretamente nel miglioramento delle condizioni di lavoro.
Un comportamento che appare irresponsabile, che rischia di creare fratture tra le imprese stesse e che sarà monitorato con attenzione dalle organizzazioni sindacali. Come dichiarato da Uiltrasporti, Filcams e Fisascat: saranno messe in campo tutte le azioni necessarie a tutelare il giusto riconoscimento del Contratto rinnovato a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori.
Un nuovo inizio: dignità, diritti, futuro
Il rinnovo del CCNL Multiservizi del 13 giugno 2025 segna l’inizio di una nuova stagione per il settore. Dopo anni di invisibilità, precarietà e ritardi, finalmente un contratto che restituisce dignità, diritti e prospettive a centinaia di migliaia di persone. Un contratto che parla soprattutto alle donne, che rappresentano la maggioranza della forza lavoro del comparto, e che spesso affrontano condizioni di lavoro ancora più dure.
Il nuovo CCNL, con le sue conquiste normative ed economiche, è una base solida su cui costruire un futuro più equo. Ma il lavoro non finisce qui, ora va fatto rispettare in ogni appalto, in ogni cantiere, in ogni turno.
Il 13 giugno 2025, alle cinque del mattino, non è stato semplicemente firmato un contratto. È stata riaccesa la luce su chi lavora quando gli altri dormono. E quella luce, da oggi, brillerà un po’ di più.
Questo è un contratto che parla di giustizia sociale, non solo di numeri
Questo rinnovo non è semplicemente un accordo salariale o una revisione di norme: è un atto politico. In un Paese che da troppo tempo tollera – e a volte alimenta – la svalutazione del lavoro povero e appaltato, questo contratto rappresenta un punto di rottura con il passato.
È politico aver firmato un contratto ad appena cinque mesi dalla scadenza, come mai accaduto prima in questo settore, perché significa riconoscere che le lavoratrici e i lavoratori non possono più aspettare. È politico consolidare le ore di chi lavora part-time in modo involontario, spesso con orari e redditi indegni. È politico aumentare l’orario minimo, garantire trasparenza sulle assenze per malattia, e rafforzare le tutele delle donne vittime di violenza. È politica, vera e concreta, quella che incide sulle vite.
È in questo quadro che la scelta di Anip Confindustria di non firmare appare per quello che è: una fuga dalle responsabilità, il rifiuto di confrontarsi con la realtà di chi lavora. Chi si tira indietro oggi non è neutrale: si schiera contro la giustizia sociale, contro la dignità del lavoro, contro un’idea di Paese più equa.
Il rinnovo è un segnale forte che viene dal basso, dalle lavoratrici e dai lavoratori che hanno spinto ancor più la determinazione sindacale di costruire alleanze tra chi rappresenta il lavoro e chi, nel mondo cooperativo e dei servizi, ha scelto di sottoscrivere un impegno responsabile.
Questo contratto è una vittoria. Ma soprattutto, è un messaggio: non esiste lavoro invisibile, se c’è un sindacato che lo rende visibile. Non esiste giustizia sociale, se non passa per la dignità di chi lavora.