Roma 13 ottobre – “Ci si accorge solo oggi ed in maniera tardiva che il settore non sarebbe stato pronto a gestire la convivenza con il virus senza un’opportuna politica di sistema”. A sostenerlo unitariamente sul trasporto pubblico locale i segretari generali della Filt Cgil Stefano Malorgio, della Fit Cisl, Salvatore Pellecchia e della Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi, evidenziando che “come organizzazioni sindacali lo avevamo denunciato a partire dalla cosiddetta Fase 2”.
“Servono – sottolineano i tre dirigenti – una diversa modulazione degli orari delle città, con le differenziazioni degli ingressi e delle uscite a partire dalla scuola e dagli uffici pubblici, una gestione governata dello smart working in forme alternate al lavoro in presenza, il potenziamento delle corse utilizzando i mezzi del noleggio Ncc, attualmente in difficoltà visto il crollo della domanda turistica ed un investimento tecnologico per la verifica del numero di persone a bordo dei mezzi”.
“Oggi – proseguono Malorgio, Pellecchia e Tarlazzi – invece si scarica tutto sul tema del coefficiente di riempimento, rispetto al quale il sindacato non ha gli strumenti per giudicare quale sia quello più idoneo. Su questo argomento è giusto che le decisioni siano assunte dalle istituzioni sulla base delle valutazioni di carattere scientifico del Cts. Tuttavia chiedere un abbassamento di quell’indice, senza aver attuato le misure che abbiamo proposto, significa far collassare il sistema che non sarebbe più grado di garantire il servizio con ripercussioni soprattutto su coloro che non possono permettersi l’uso quotidiano del mezzo privato”.
“C’è ancora tempo – spiegano i tre segretari generali – sia a livello nazionale che regionale per riprendere a ragionare sulle proposte fatte dal sindacato. Lo si faccia senza sterili polemiche, a partire dal tema dei controlli e delle sanzioni. Una misura non può essere pienamente efficace senza una adeguata sanzione, senza le modalità con le quali dovrà essere effettuato il controllo, senza definire le procedure da mettere in campo nel caso di superamento dei limiti di capienza, che non possono essere lasciate alla responsabilità del singolo lavoratore a bordo del mezzo”.
“Nella speranza che si apra una discussione costruttiva sui temi posti – concludono Malorgio, Pellecchia e Tarlazzi – vigileremo sulla tutela della salute e sicurezza dei lavoratori, impegnati nelle operazioni di front line, per i quali chiediamo il massimo degli standard di sicurezza ed una politica di prevenzione alla stregua di altre categorie addette ai pubblici servizi”.