RIDARE DIGNITÀ AL PAESE, ALLE PERSONE, AL LAVORO.

Dalla Paura alla Forza: Come Reagire alle Aggressioni sul Lavoro 

Dalla Paura alla Forza: Come Reagire alle Aggressioni sul Lavoro 

Di Alessandra Murinni – Uiltrasporti Abruzzo 

“Buongiorno Dott.ssa, sono un conducente di autobus da oltre 10 anni. Circa tre mesi fa ho subito una violenta aggressione verbale da parte di un passeggero mentre ero alla guida e da allora mi sento molto a disagio quando svolgo i miei turni di lavoro. Come posso fare per superare quest’ansia? Grazie”  

Essere vittima di un’aggressione verbale o fisica mentre si sta svolgendo il proprio lavoro può essere profondamente traumatico. Per i lavoratori che svolgono funzioni che implicano il contatto diretto con il pubblico, in questo caso come gli autisti di autobus, il rischio di incorrere in comportamenti aggressivi è reale e purtroppo diventato fin troppo diffuso. Ciò che viene fortemente trascurato però è l’impatto che questi eventi possono procurare.  

Secondo uno studio dell’European Acency for Safety and Health at Work (EU-OSHA)oltre il 15% dei lavoratori del settore trasporti ha riportato di essere stato vittima di aggressioni verbali”. Nel nostro paese, il fenomeno è crescente, specie nei centri urbani. Autisti e controllori in prima linea si trovano a gestire utenti stressati, arrabbiati o verbalmente violenti. Nei casi più gravi, l’evento può portare a sintomi simili al Disturbo da Stress Post-Traumatico (PTSD).  

Gli effetti riscontrati maggiormente a medio/lungo termine dall’aggressione sono:  

  • Ansia anticipatoria, ossia il timore di andare a lavoro e di ritrovarsi in situazioni simili.  
  • Disturbi del sonno 
  • Livelli di concentrazione ed attenzione sempre più bassi 
  • Isolamento sociale e sensazione di impotenza 

Secondo il Ministero dell’Interno e l’Istat:  

  1. Nell’anno 2024, il 26,6% delle famiglie italiane ha dichiarato di percepire un rischio elevato di criminalità nella propria zona in aumento rispetto al 23,3% del 2023.  
  1. Le percosse (che includono aggressioni sia verbali che fisiche ai danni dei lavoratori) sono aumentate del 3,1% su base annua.  

Uno altro studio, pubblicato sul Journal of Occupational Health Psychology sottolinea come il supporto psicologico immediato dopo eventi traumatici sul lavoro può ridurre del 40% la possibilità di sviluppare sintomi di ansia cronici. Altresì, è stata data rilevanza alla formazione azienda riguardo la gestione dei conflitti e di come il supporto tra colleghi migliori di gran lunga il periodo “post-trauma”. Superare l’ansia dopo un’aggressione sul posto di lavoro non è semplice, ma non è assolutamente impossibile. Il primo passo è riconoscere ciò che si prova e che non si è soli. Con il giusto supporto, con la formazione e con esatte strategie a riguardo, è possibile ritrovare fiducia e serenità.  

In questo scenario preoccupante, i sindacati svolgono un ruolo cruciale nel tutelare la salute psicologica e fisica dei lavoratori del trasporto pubblico. La Uiltrasporti si è distinta per una serie di iniziative concrete, volte a contrastare questa vera e propria piaga che si diffonde a macchia d’olio nella nostra nazione. 

La Uil ha denunciato pubblicamente la situazione, definendola “una scia di violenza inaccettabile” ed ha richiesto interventi immediati e strutturali da parte delle istituzioni per proteggere tutte i lavoratori che si son trovati coinvolti in episodi di questo tipo. 

La Uiltrasporti, inoltre, dopo l’evento “GATE4CHANGE”, tenutosi a Roma il 24 e il 25 Giugno scorsi, con la partecipazione ed il coinvolgimento attivo dei giovani, ha da poco lanciato la campagna nazionale “Aggressioni nei trasporti? Per me è NO” proprio per accendere ancor di più i riflettori su un fenomeno troppo spesso sottovalutato.  

Si tenga presente che ogni anno sono circa 6.800 gli infortuni sul lavoro (denunciati) causati da aggressioni.  Oltre alle misure tecniche, la UIL ha espresso solidarietà concreta ai lavoratori colpiti.  

Da gennaio 2025 ad oggi: 

  • le aggressioni complessive registrate nel settore trasporti sono circa 1.120:  
  1. il 78% sono aggressioni verbali (che includono offese, insulti, minacce e intimidazioni)  
  1. il 22% sono aggressioni fisiche  
  • Autisti di autobus e tram rappresentano il 65% delle vittime nel comparto  
  • Il 15% degli episodi ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine 
  • Il 12% ha comportato un periodo di malattia superiore ai 10 giorni, con riconoscimento INAIL come infortunio sul lavoro 

Impattando sui lavoratori nella seguente forma:  

  • Il 38% degli autisti coinvolti ha riportato sintomi di ansia o stress 
  • Il 22% ha richiesto supporto psicologico tramite azienda o sindacato 
  • In alcune aziende sono stati attivati sportelli di ascolto e formazione sulla gestione dei conflitti.  

Questi dati, raccolti sino ad oggi, confermano che il settore trasporti è tra i più vulnerabili e che servono interventi nel più breve tempo possibile. 

Tralasciando le statistiche però, cosa si può fare concretamente per superare quest’ansia?  

Affrontare l’ansia derivante da aggressioni sul lavoro richiede un intervento su più livelli: personale, organizzativo e sociale.  

La psicologia ci offre diversi strumenti efficaci per elaborare il trauma e ristabilire un senso di sicurezza:  

  • Riconoscere l’esperienza emotiva: molte persone tendono spesso a minimizzare l’accaduto, pensando che “non è successo nulla di grave”; riconoscere che si è stati vittime di un’aggressione, anche solo verbale, è il primo passo per affrontare il disagio. Annotare le proprie emozioni, i pensieri ricorrenti, anche quelli più spiacevoli aiuta l’individuo a prendere coscienza di ciò che si è vissuto e a dare un nome a ciò che si prova.  
  • Tecniche di regolazione emotiva: l’ansia può essere ridotta con tecniche di rilassamento che agiscono sul sistema nervoso come respiro diaframmatico lento (inspirando per 4 secondi ed aspirando per altri 6 secondi) o come la mindfulness e meditazione guidata.  
  • Psicoterapia cognitivo-comportamentale: questa forma di terapia aiuta ad esplorare i pensieri distorti che si possono avere legati all’evento (es. “tutte le persone sono pericolose” o “non sono al sicuro”); sviluppare nuove strategie da mettere in atto per gestire situazioni simili; ridurre l’ansia anticipatoria prima dei turni di lavoro.  
  • Sostegno sociale e gruppi di supporto: il confronto tra colleghi che hanno vissuto situazioni simili aiuta a sentirsi meno soli, condividere strategie di fronteggiamento, ridurre la vergogna o il senso di impotenza qualora ci fossero.  
  • Molti enti locali, come anche il sindacato, offrono sportelli di ascolto e incontri guidati con psicologi del lavoro che, a disposizione dei lavoratori, mettono a disposizione le loro competenze per suggerire metodi operativi che possano migliorare la qualità della vita dei lavoratori.  

Il lavoro dei sindacati, ed in particolare della UIL è fondamentale per garantire che i lavoratori non siano lasciati soli. La sicurezza sul lavoro non è un privilegio, ma un diritto! Quando questo diritto viene violato è indispensabile che ci siano voci forti e organizzate pronte a difenderlo.