Roma 5 maggio – “Le risorse attualmente disponibili non sono sufficienti ad affrontare questa nuova fase che si presenta in tutta la sua complessità e rischia di avere ulteriori ricadute sul piano del lavoro e della tenuta del sistema,
in un settore già duramente colpito da una crisi senza precedenti, a causa della inevitabile fase di limitazione degli spostamenti”. Lo denunciano unitariamente Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti in vista del decreto maggio, affermando che “non siamo disponibili ad accettarlo nè tantomeno lo sono i lavoratori che meritano attenzione, vista anche la funzione che hanno svolto durante tutto il lockdown”.
“Abbiamo già evidenziato – sostengono le tre organizzazioni sindacali – la necessità nel nuovo decreto legge di interventi specifici per i lavoratori del settore che, nell’impianto pur condivisibile del decreto Cura Italia, non sono stati ancora normati, pur riconoscendo un dialogo positivo con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e in attesa di una convocazione da parte della Ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali”.
“Servono – spiegano Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti – risposte sugli strumenti di tutela del reddito, in particolare sul rifinanziamento dei fondi bilaterali di sostegno nel trasporto pubblico locale, ferroviario, marittimo e per gli ormeggiatori e del fondo di solidarietà del trasporto aereo, con la possibilità della sua estensione anche ai trattamenti di cassa in deroga che chiediamo anche per i marittimi esclusi dal fondo Solimare. Servono inoltre risposte alla drammatica situazione dei lavoratori stagionali dei trasporti, a cui vanno estese le coperture del Cura Italia e occorre rifinanziare gli ammortizzatori sociali ordinari, in deroga, straordinari ed il Fis, superando le attuali 9 settimane, con la garanzia di tempi certi di erogazione delle prestazioni per pagamenti diretti da parte dell’Inps. E’ opportuno anche iniziare a lavorare in previsione di uno strumento di integrazione al reddito per i lavoratori del trasporto merci e logistica che permetta di affrontare sia le contrazioni della produzione sia gli effetti della automazione”.
“Più in generale – spiegano le organizzazioni sindacali – è indispensabile l’applicazione del contratto nazionale di settore, quale riferimento minimo per tutti i soggetti che, sul territorio italiano, operano stabilmente nei trasporti, più esposti ad una maggiore concorrenza, come il trasporto aereo, ferroviario, merci e il trasporto pubblico locale. Per quest’ultimo chiediamo la conferma delle risorse destinate al fondo nazionale trasporti ed il riconoscimento di specifiche risorse per affrontare la fase contingentamento. Va inoltre utilizzata – sostengono infine Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti – la ripartenza per superare le difficoltà del sistema, proseguendo il confronto già avviato con il Mit su portualità e trasporto marittimo, merci e logistica, trasporto aereo, ferroviario, trasporto pubblico locale e concessionarie autostradali”.