Di Valentina Moriello – Uiltrasporti Campania
L’Italia si trova ad affrontare una sfida crescente, quella della congestione del traffico e dell’inquinamento atmosferico, fenomeni che caratterizzano molte delle sue aree urbane. A fronte di questa realtà, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha previsto un intervento significativo nel settore dei trasporti, mirato a ridurre le emissioni di gas serra, promuovere la mobilità sostenibile e migliorare la qualità della vita nelle città. Tuttavia, a meno di due anni dalla fine del piano, i dati parlano chiaro: sono state effettivamente spese solo il 30,5% delle risorse previste, con il rischio di non riuscire a completare tutti gli interventi programmati, in particolare quelli relativi al settore dei trasporti, che rivestono un’importanza strategica per l’intero Paese.
L’Italia è, infatti, il secondo Paese dell’Unione Europea, dopo il Lussemburgo, per numero di auto circolanti in rapporto ai residenti, con ben 663 veicoli ogni 1.000 abitanti. Questo dato evidenzia una situazione di congestione che non solo compromette la qualità dell’aria, ma anche la vivibilità delle grandi città italiane, particolarmente quelle meridionali. Napoli, ad esempio, è il comune italiano con la più alta densità veicolare, seguita da Milano e Palermo. Allo stesso tempo, nelle città metropolitane, come Milano e Bologna, si osserva una prevalenza di auto ad alto potenziale inquinante, con conseguente aumento delle temperature urbane e del consumo di suolo.
Il traffico veicolare, di fatto, è uno dei principali responsabili delle emissioni di gas serra e contribuisce significativamente al riscaldamento globale. Il settore dei trasporti rappresenta circa il 16% delle emissioni totali in Italia, secondo l’Ispra, e se non affrontato con decisione, questo fenomeno rischia di vanificare gli sforzi di decarbonizzazione in altri ambiti.
Nel contesto di questa situazione critica, il PNRR ha stanziato ingenti risorse per il potenziamento e la modernizzazione delle infrastrutture di trasporto pubblico, al fine di ridurre la dipendenza dall’auto privata e incentivare l’uso dei mezzi pubblici, meno inquinanti. In particolare, sono previsti circa 3,6 miliardi di euro per lo sviluppo delle reti di trasporto rapido di massa nelle città metropolitane e nei comuni con più di 100.000 abitanti. Questi fondi dovrebbero finanziare la costruzione di 240 km di nuove infrastrutture, tra cui metropolitane, tramvie, filobus e funivie, in un’ottica di sviluppo di un sistema di trasporti più ecologico e sostenibile.
Oltre alla creazione di nuove reti, il PNRR prevede anche il rinnovo delle flotte di autobus, treni e mezzi pubblici a basso impatto ambientale. Ad esempio, 1,3 miliardi di euro sono stati destinati all’acquisto di autobus e veicoli non inquinanti per le città metropolitane. Tuttavia, se i fondi non vengono utilizzati in tempi rapidi, il rischio di non rispettare le scadenze fissate per il completamento dei progetti è molto concreto.
Purtroppo, il ritmo di attuazione dei progetti previsti dal PNRR non è stato all’altezza delle aspettative con ritardi significativi in molte aree. Per esempio, tra gli interventi più rilevanti, l’acquisto di autobus elettrici, previsto per la città di Milano, è ancora in fase di sviluppo. Analogamente, il piano per l’espansione della rete tranviaria a Bologna e Palermo, che avrebbe dovuto decollare con forte slancio, sta subendo continui rinvii. Inoltre, sono emersi problemi burocratici e difficoltà legate alla gestione dei fondi, che hanno rallentato l’esecuzione dei lavori e l’effettivo impiego delle risorse.
Se questi ritardi non vengono affrontati con urgenza, il rischio di non completare in tempo le opere previste è alto, con potenziali conseguenze per l’efficacia stessa del PNRR. Un piano che dovrebbe trasformare il volto dell’Italia rischia di fallire nella sua missione di innovare il settore dei trasporti, un ambito strategico per la sostenibilità del paese.
Deve essere chiaro a tutti che l’attuazione dei progetti del PNRR nel settore dei trasporti è cruciale soprattutto perchè:
- un trasporto pubblico più efficiente e sostenibile potrebbe ridurre significativamente la congestione nelle città, migliorando la qualità della vita e la salute dei cittadini. Le nuove infrastrutture, come tram, metropolitane e filobus, permetterebbero di alleggerire il traffico e ridurre l’inquinamento atmosferico, con effetti positivi anche sulla temperatura urbana e il consumo di suolo;
- il rinnovamento delle flotte di autobus e treni a basso impatto ambientale è fondamentale per ridurre le emissioni di CO2 e altri gas inquinanti, contribuendo così agli obiettivi europei di decarbonizzazione.
Senza sottacere che i ritardi nell’attuazione dei progetti del PNRR, in particolare nel settore dei trasporti, hanno ripercussioni significative non solo sull’ambiente e sulla qualità della vita urbana, ma anche sul mondo del lavoro. Non va dimenticato che il settore delle costruzioni e delle infrastrutture è tra quelli che maggiormente beneficiano degli investimenti previsti dal PNRR. I ritardi nell’avvio dei progetti per la costruzione di nuove linee di trasporto pubblico, la realizzazione di piste ciclabili, il rinnovo delle flotte e la creazione di nuove infrastrutture possono comportare una significativa perdita di posti di lavoro.
Tra l’altro, il ritardo nel finanziamento e nell’attuazione di questi progetti significa che il mercato del lavoro non potrà beneficiare della nascita di nuove industrie e dell’espansione di quelle già esistenti.
Inoltre, una rete di trasporti poco sviluppata e non accessibile ha un impatto negativo sul flusso turistico, rallentando la ripresa di questo settore, che è una fonte fondamentale di occupazione in molte regioni italiane. Un sistema di trasporto pubblico più efficiente e sostenibile, infatti, sarebbe in grado di attrarre maggiori flussi turistici, creando nuovi posti di lavoro anche nel settore dei servizi legati al turismo e all’ospitalità.
Tali ritardi possono, altresì, acutizzare la disparità economica tra le regioni italiane, creando una maggiore frattura tra il Nord, tradizionalmente più sviluppato, e il Sud, dove spesso i ritardi nelle infrastrutture di trasporto sono più marcati. Il mancato investimento in queste aree può infatti impedire lo sviluppo di un sistema di mobilità efficiente, riducendo le opportunità di occupazione.
In sintesi, l’Italia ha una grande opportunità di trasformare il proprio sistema di trasporti, rendendolo più moderno, ecologico e al passo con le sfide del cambiamento climatico. Tuttavia, per cogliere questa opportunità, è fondamentale che i fondi del PNRR vengano spesi in modo efficiente e tempestivo. i ritardi nell’attuazione, soprattutto nel settore dei trasporti, non solo rallentano la transizione verso una mobilità più sostenibile e una maggiore efficienza ambientale, ma hanno anche impatti significativi sul mondo del lavoro. Il mancato avvio di progetti strategici in tempo utile porta a una perdita di opportunità occupazionali, a un rallentamento nell’innovazione tecnologica, e a un incremento delle disuguaglianze regionali. Affrontare questi ritardi in modo tempestivo è
fondamentale per evitare che l’Italia perda il treno di un futuro più verde, più equo e più prospero per tutti.