Roma, 13 ottobre – “I primi segnali di ripresa sono incoraggianti, purtroppo non posso dire lo stesso per quanto riguarda la ripresa occupazionale poiché prevalgono assunzioni con contratti a termine. Mancano ancora 400 mila posti di lavoro da occupare rispetto al periodo pre-pandemico. A mio avviso manca un’idea di futuro così come la situazione di salute e sicurezza sul lavoro è ancora troppo precaria.
Il covid segna uno spartiacque, bisogna utilizzare il presente per pianificare il futuro, bisogna ripartire mettendo al centro il valore del lavoro e della persona. Saremo giudicati dalle prossime generazioni per quello che riusciremo a fare. Il PNRR è un’occasione imperdibile per sanare ataviche criticità, soprattutto tra nord e sud del Paese e per ridisegnare un’Italia più coesa e più efficiente. Servono regole di mercato chiare, misure di contrasto al dumping contrattuale, formazione dei lavoratori e regole su salute e sicurezza.
Da tutto ciò deriverà il successo o il fallimento di questo progetto. Il nostro è un Paese trasformatore, importa materie prime per distribuire il prodotto finale. Tutti gli attori fungono come un ecosistema. La logistica integrata richiede collaborazione, pianificazione, è un sistema armonico e come tale deve essere organizzato. Come sindacato spingiamo su regole di mercato più chiare, combattiamo lo sfruttamento del lavoro perché allontana i lavoratori, come sta accadendo nel settore dell’autotrasporto, creando una possibile interruzione della catena logistica.
È importante il rispetto e l’applicazione del ccnl che deve essere il riferimento sotto il quale nessuno dovrebbe scendere, altrettanto importante il tema dei macchinisti su cui si deve riflettere circa le condizioni dei macchinisti dei treni merci.
Per quanto riguarda il tema dei così detti colli di bottiglia bisogna rivedere la capacità organizzativa delle aziende che essendo poco dimensionate sono poco inclini ad innovazione di prodotto e di processo. Nel PNRR non si rinviene questo obiettivo.
Bisogna investire in formazione, in qualificazione del personale, il settore richiede figure sempre più specializzate e preparate alla sfida del digitale. Il lavoro spesso è l’anello più debole della catena, se cede quello si rompe l’intera catena logistica mettendo in crisi l’intero sistema Paese; all’importanza delle infrastrutture occorre quindi affiancare una maggiore consapevolezza del valore del lavoro di qualità”.