RIDARE DIGNITÀ AL PAESE, ALLE PERSONE, AL LAVORO.

Il segretario Generale Tarlazzi al convegno “Dagli aeroporti ai porti. Un sistema di trasporti integrato e sostenibile”

Il segretario Generale Tarlazzi al convegno “Dagli aeroporti ai porti. Un sistema di trasporti integrato e sostenibile”

Il Segretario Generale della Uiltrasporti Claudio Tarlazzi è intervenuto questa mattina al convegno, organizzato dalla Uiltrasporti Lombardia, “Dagli aeroporti ai porti. Un sistema di trasporti integrato e sostenibile”.

“Nell’incontro di oggi mettiamo in parallelo il modello aeroportuale e quello dei porti, due modelli molto diversi tra di loro, ma che rappresentano allo stesso tempo un punto di riferimento imprescindibile per uno sviluppo sostenibile ed equilibrato. 

Il modello aeroportuale, che ha dimostrato tutta la sua fragilità accentuata negli ultimi anni dalla pandemia, va rivisto e  necessita di una regolazione più efficace e trasparente che vada oltre il sistema di co-marketing che ha contribuito al fallimento di molte aziende, favorendo una concorrenza non regolata.

Quello dei porti è invece un modello che ha confermato tutta la sua resilienza in questi ultimi anni. È un modello da esportare anche in altri settori, che si basa su un sistema pubblicistico che regola la concorrenza su parametri di trasparenza e che stabilisce delle regole chiare anche dal punto di vista del lavoro alle quali nessuno può sottrarsi. 

Anche il sistema della logistica, dovrebbe guardare al modello portuale. Questo è un settore, dal quale dipende la distribuzione, non può essere subordinato alle logiche del massimo ribasso perchè  questo produce un’involuzione qualitativa del servizio oltre a diminuire la sicurezza sul lavoro. 

È Necessario rendere il sistema dei trasporti più efficace attraverso una maggiore interconnessione tra i nodi logistici.

In Italia l’80% delle merci passa attraverso i porti, affinché il transito sia veloce ed efficace però i porti devono essere collegati adeguatamente con i territori. 

I 248 miliardi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e dei fondi complementari potrebbero  non essere sufficienti allo sviluppo del settore se non li affianchiamo a politiche industriali e di regolazione dei mercati. 

Ci dicono che il Paese sta crescendo, ma bisogna rendere questa crescita strutturale. Dobbiamo rendere il nostro modello più resistente ai cambiamenti e dobbiamo farlo partendo da una pianificazione e una visione più ampia che metta le persone ed il lavoro al centro. Non ci potrà mai essere sviluppo economico se non c’è sviluppo sociale.”