RIDARE DIGNITÀ AL PAESE, ALLE PERSONE, AL LAVORO.

Imprese pulizia servizi integrati multiservizi, domani 600mila addetti in sciopero per il contratto nazionale scaduto da oltre 7 anni

Imprese pulizia servizi integrati multiservizi, domani 600mila addetti in sciopero per il contratto nazionale scaduto da oltre 7 anni

Roma, 12 novembre. Domani 13 novembre, per l’intera giornata, sciopereranno in tutta Italia gli oltre 600mila lavoratrici e lavoratori del comparto delle imprese di pulizia, servizi integrati e multiservizi.

La mobilitazione, articolata con presidi da nord a sud, nelle zone rosse ed arancioni nel rispetto delle norme anti Covid-19, è stata indetta dai sindacati di categoria da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti. Sarà comunque garantito lo svolgimento delle prestazioni indispensabili nei luoghi individuati dalla normativa vigente, considerata anche la recrudescenza dei contagi delle ultime settimane.
Le tre organizzazioni sindacali stigmatizzano il comportamento delle associazioni imprenditoriali di settore – Anip Confindustria, Confcooperative Lavoro e servizi, Legacoop Produzione e Servizi, Unionservizi Confapi e Agci Servizi – che hanno strumentalmente prodotto la dilatazione dei tempi negoziali, messo in discussione diritti e tutele dei lavoratori del settore e la definizione di un aumento salariale congruo e dignitoso, senza dare ancora riscontro concreto alle sollecitazioni per concludere positivamente il percorso di rinnovo del contratto nazionale di lavoro.
Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti puntano il dito contro la posizione delle rappresentanze datoriali del settore, che operano prevalentemente negli appalti pubblici, nei presidi ospedalieri, Rsa, case di cura, scuole, università, tribunali, fabbriche e uffici pubblici e privati dove i lavoratori del multiservizi svolgono un ruolo indispensabile anche per il contenimento del contagio, e si espongono in prima linea per garantirne l’accessibilità che diversamente non sarebbe possibile in sicurezza senza sanificazione e pulizia. 
L’emergenza sanitaria ha solo evidenziato l’importanza del ruolo di questi lavoratori, per il 70% donne con salari esigui, orari spesso ridotti, carichi di lavoro pesanti e condizioni di lavoro difficili in molte realtà che in ambito sanitario, come i medici e gli infermieri, sono stati definiti cavalieri ed eroi, che non cercano titoli, ma rivendicano il giusto riconoscimento del loro lavoro e di maggiori diritti e tutele. con il rinnovo del contratto nazionale.
Il settore del multiservizi è molto cresciuto negli ultimi anni per processi di esternalizzazione sempre più spinti anche da parte dello Stato e, con l’emergenza sanitaria, ha consistentemente incrementato attività e fatturato. Un settore che è spesso alla ribalta delle cronache non per la parte più sana delle imprese e dove il sistema degli appalti non è spesso sinonimo di qualità del servizio e di qualità del lavoro.
I sindacati chiedono alle associazioni datoriali un segnale diverso per modificare questa situazione, a partire dal rinnovo del contratto nazionale per riconoscere il valore delle lavoratrici e dei lavoratori che svolgono un servizio sempre più essenziale per il paese. Qualora questa volontà e responsabilità venisse a mancare proprio da parte delle associazioni datoriali, per i sindacati diventerebbe ancora più necessario ripensare la gestione dei servizi pubblici in appalto.