Editoriale di Marco Verzari – Segretario Generale Uiltrasporti
Nelle ultime settimane ho partecipato ad alcune tappe della Carovana Uil, un evento itinerante che porta nelle piazze italiane il tema del lavoro povero e dei lavoratori fantasma attraverso confronti e riflessioni.
In un’epoca segnata dai social, da una comunicazione sempre più mediata e indiretta, scendere in piazza, incontrare le lavoratrici e i lavoratori, confrontarsi in modo aperto e partecipato, rappresenta un gesto di grande responsabilità oltre che un’occasione fondamentale per creare un legame diretto con i territori e le persone.
La carovana è l’esempio di un sindacato che non si limita a parlare di lavoro, ma che va a vedere da vicino quali sono le criticità sulle quali agire. È l’occasione per raccogliere testimonianze, denunciare abusi, proporre soluzioni. È anche, e soprattutto, un modo per ridare ai lavoratori la fiducia e la consapevolezza che non sono soli.
Il tema del lavoro povero è uno dei grandi paradossi del nostro tempo. Lavorare e, nonostante ciò, rimanere intrappolati nella precarietà e nella povertà è un’ingiustizia sociale che non possiamo accettare.
Questo fenomeno, che attraversa tanti settori, colpisce duramente anche il mondo dei trasporti: un settore strategico, essenziale per il funzionamento del Paese, ma che troppo spesso è teatro di sfruttamento e marginalizzazione attraverso il ricorso ad appalti e subappalti con gare al massimo ribasso che scaricano di fatto tutto il peso sul costo del lavoro, ma anche attraverso contratti stagionali e part time ciclici e verticali che di fatto precarizzano e riducono di molto i salari.
È in questo contesto che si inserisce la campagna “NO ai lavoratori fantasma” promossa dalla UIL e sostenuta dalla Uiltrasporti. Un’iniziativa che nasce con un obiettivo chiaro: restituire visibilità, dignità e diritti a chi è stato condannato all’invisibilità da un sistema economico e sociale che ritiene il lavoro un costo da abbattere e non una risorsa da valorizzare.
Attraverso questa campagna, la UIL vuole denunciare le condizioni inaccettabili in cui versano migliaia di lavoratori, promuovendo un’azione concreta per contrastare il dumping contrattuale e il lavoro nero, chiedendo maggiori controlli, la piena applicazione dei contratti nazionali di settore. Dobbiamo lottare per alzare i diritti di chi non ce l’ha, che oggi sono ancora molti, e non abbassarli per chi ce li ha.
La campagna ha un obiettivo chiaro: nessuno deve essere lasciato solo, nessuno deve lavorare senza diritti e senza tutele. La dignità del lavoro deve tornare ad essere un valore fondante della nostra società perché un Paese che tollera il lavoro povero è un Paese che rinuncia alla propria dignità.
Con il nostro impegno quotidiano dobbiamo ricordarci ed evidenziare alle nostre controparti che dietro ogni pacco consegnato, ogni autobus che viaggia, ogni nave che attracca, ogni treno che arriva a destinazione, dietro le strade delle nostre città pulite e prive di immondizia, gli ospedali e tutti i luoghi pubblici e privati puliti e disinfettati, dietro tutto questo che noi diamo spesso per scontato, ci sono lavoratrici e e lavoratori, donne e uomini che meritano rispetto, diritti e dignità. Restituire loro la voce è il primo passo per costruire un futuro più giusto per tutti.
La battaglia è lunga e difficile, ma che vale la pena combattere. Perché senza equità sul lavoro non c’è equità nella società. E senza dignità del lavoro, non c’è dignità per nessuno.