RIDARE DIGNITA' AL PAESE, ALLE PERSONE, AL LAVORO.

Legalità, a Bologna il convegno “Il silenzio è mafia” 

Legalità, a Bologna il convegno “Il silenzio è mafia” 

Si è svolto questa mattina a Bologna, presso la Cappella Farnese di Palazzo d’Accursio, il convegno organizzato dalla Uiltrasporti Emilia Romagna dal titolo “Il Silenzio è mafia”. 

L’incontro, a cui hanno preso parte gli alunni di due classi dell’Istituto dei Salesiani di Bologna e del Magnaghi Solari di Salsomaggiore, è stato aperto del Segretario Generale Regionale Fabio Piccinini che ha sottolineato l’importanza di sviluppare una cultura antimafia che parta dai più giovani. 

Il convegno è proseguito con l’intervento del Magistrato Catello Maresca che ha raccontato la sua esperienza di lotta alla camorra evidenziando come “le mafie sono un sistema complesso non solo economico ma anche mentale, che è capace di condizionare e orientare le vite, attraverso l’assistenzialismo verso i più deboli per cui le persone hanno più fiducia in loro che nello Stato. Contro questo sistema il lavoro dei sindacati e dei corpi intermedi in generale è quindi fondamentale”. 

È intervenuto poi il Segretario Generale della Uiltrasporti Claudio Tarlazzi: “Il nostro compito è quello di lavorare per una migliore rete di protezione sociale ed economica perché se la rete è fragile anche le persone lo sono e rimangono in balia di facili guadagni e offerte dalla malavita.

Secondo un’indagine condotta dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, gli infortuni sul lavoro, il caporalato digitale e l’utilizzo di cooperative spurie causano una riduzione del Pil fino a 6 punti percentuali. Un enorme dispendio di ricchezza, ma anche di salute e sicurezza che riguarda il nostro Paese da nord e sud.

La logistica è il settore che di più soffre situazioni di questo genere con soggetti che utilizzano manodopera irregolare o applicano ai dipendenti contratti collettivi con meno diritti e meno tutele.

Dobbiamo intervenire nei settori dove prevale la logica degli appalti perché nella maggior parte dei casi si appalta non per motivi organizzativi ma solo per un maggior profitto, tutto a discapito del lavoro e della qualità del risultato. 

Non capisco perchè le istituzioni non intervengono pur sapendo che nel mondo degli appalti si annida tutto questo. 

Per combattere questa realtà è necessario un approccio di sistema per garantire un modello di sviluppo nuovo, migliore, che si basi sul buon lavoro di qualità, contrastando lo sfruttamento.

La revisione del codice degli appalti dovrebbe secondo noi andare proprio in questa direzione, più che snellire, la revisione dovrebbe infatti arricchire il codice  con tutte quelle regole necessarie a tutelare il buon lavoro”.

Al dibattito, reso ancora più interessante dalle numerose domande poste dai ragazzi delle scuole presenti, hanno preso parte inoltre Don Paolo Dall’Olio, direttore diocesano dell’ufficio per la pastorale del mondo del lavoro, Antonello De Oto, docente di diritto ecclesiastico dell’università di Bologna. Le conclusioni dell’incontro sono state affidate al Segretario Generale della Uil Emilia Romagna Giuliano Zignani.