RIDARE DIGNITA' AL PAESE, ALLE PERSONE, AL LAVORO.

Ministero Giustizia, grande partecipazione allo sciopero e al presidio di Fonici, Trascrittori e Stenotipisti forensi

Ministero Giustizia, grande partecipazione allo sciopero e al presidio di Fonici, Trascrittori e Stenotipisti forensi

È stata massiccia l’adesione allo sciopero dei Fonici, Trascrittori e Stenotipisti forensi indetto per la giornata di oggi, 18 gennaio, dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti: una partecipazione in media dell’85% delle lavoratrici e dei lavoratori del comparto sul territorio nazionale, che in diversi tribunali ha toccato punte del 100%.

Partecipato anche il presidio romano, che si è tenuto nella mattinata davanti al Palazzo di Giustizia, in piazza Cavour.

Al centro della protesta le condizioni di lavoro precarie e inadeguate dei circa 1500 addetti ai servizi di documentazione degli atti processuali, che svolgono mansioni delicate ed essenziali per lo svolgimento del processo penale.

Le rappresentanze sindacali, intervenute nel corso della manifestazione, hanno ribadito le loro richieste: l’avvio di un tavolo di contrattazione sulla situazione attuale dell’appalto e la gestione delle future scadenze, un percorso formativo che permetta di valorizzare le professionalità degli addetti in vista della riforma Cartabia del Processo penale telematico e soprattutto l’internalizzazione, vale a dire l’assunzione da parte del Ministero della Giustizia, di tutte le lavoratrici e i lavoratori, senza alcuna esclusione.

“Chiediamo che al momento dell’attuazione della riforma Cartabia sia garantito il mantenimento dei livelli occupazionali e salariali attuali e che le lavoratrici e i lavoratori del comparto possano finalmente superare la condizione di precarietà nella quale hanno sempre operato”, hanno ribadito le tre Organizzazioni sindacali. “In attesa di una risposta chiara e concreta da parte del Ministero e dell’apertura di un tavolo di confronto con la controparte, porteremo avanti la mobilitazione e le azioni di protesta necessarie”.