RIDARE DIGNITÀ AL PAESE, ALLE PERSONE, AL LAVORO.

Mobilitare il tpl… mobilitare la dignità: un contratto per tutti 

Mobilitare il tpl… mobilitare la dignità: un contratto per tutti 

Di Matteo Pellegrini – Uiltrasporti Lombardia 

“Lo sciopero è stato prima un reato, poi una libertà e infine un diritto” (P. Calamandrei) 

Con questo senso di libertà e di diritto hanno scioperato e sono scesi in piazza, davanti al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, le lavoratrici ed i lavoratori del Trasporto Pubblico Locale, il giorno venerdì 8 novembre. Una piazza finalmente unita e colorata, figlia di un settore tremendamente in crisi e della scarsa considerazione goduta dalle persone che prestano la loro attività lavorativa quotidianamente a servizio della collettività. Inoltre a ragione di un mancato rinnovo del contratto collettivo nazionale, come precedentemente avvenuto per ben tre volte negli ultimi venti anni. La mobilitazione si era resa necessaria nonostante la consapevolezza di creare un forte disagio verso l’utenza, cercando però anche di sensibilizzarla, citando questa battaglia come una “ragione di tutti”, con il fine ultimo non solo legato ad un idoneo aumento salariale, oramai fondamentale allo scopo di sopperire al progressivo aumento dell’inflazione e di conseguenza del costo della vita, ma resosi invero imprescindibile per quanto concerne la sicurezza e l’efficienza stessa del servizio fornito ai cittadini di questo paese.  

Entrando brevemente nel merito delle questioni, si parla di retribuzioni estremamente statiche e tendenti al ribasso, di una pesantissima inesistenza a riguardo di un reale indirizzo verso un valido bilanciamento vita/lavoro. Nessun tipo di riconoscenza verso le responsabilità ed il valore legati all’attività lavorativa, di chi tutti i giorni, nella veste legata alle diverse mansioni del nostro settore, opera al fine di garantire il sacrosanto diritto alla mobilità. Qualora ciò non bastasse, ci ritroviamo nelle condizioni di convivere oramai con un gravissimo problema di vera e propria sicurezza personale. La maggior parte dei nostri luoghi di lavoro risulta soggetta da una forte connotazione legata alle aggressioni, siano esse fisiche o verbali, ove queste ultime invece risultino scarsamente tenute in considerazione anche a livello statistico, restando però ferite morali assai rilevanti verso il malcapitato operatore di turno. Attualmente si rende inevitabile la strutturazione di un confronto e dialogo tra le parti sociali e le istituzioni stesse, allo scopo di intervenire con misure volte a sensibilizzare l’utenza, ovvero ulteriori provvedimenti maggiormente drastici ove si sconfini verso comportamenti violenti, ripetiamo ovviamente fisici ma anche verbali. L’allontanamento della popolazione giovanile nei confronti delle attività lavorative caratteristiche del nostro comparto, originata da una scarsa progettualità, scarsa progressione di carriera e carenza di stimoli, resta addizionalmente un grave problema che rischia di devastare il futuro della intera mobilità e la conseguente perdita di ulteriore efficienza del servizio pubblico in generale. Le nostre ragioni sono legate al merito delle questioni, verso queste ultime e verso la mancanza di strutturalità inerente ad un Fondo Nazionale del Trasporto Pubblico Locale, negli ultimi dieci anni costantemente privato degli investimenti necessari ad uno sviluppo del settore. Gli 1,5 miliardi di euro negati al fondo stesso in questo decennio indicato sono la testimonianza di questa negligenza. Nessuna volontà da parte delle istituzioni di rendere strutturale nella manovra di bilancio un idoneo finanziamento del comparto. A ciò si aggiunge il bisogno essenziale di una riforma totale del sistema legato al trasporto pubblico locale nazionale, in realtà una vera e propria Chimera. Queste ed ulteriori restano quindi le cause che ci hanno spinto alla (mai leggera) scelta di mobilitarci e giungere ad uno sciopero, con tanto di manifestazione nazionale, come indicatoci nella stessa piazza anche dal nostro segretario generale della Uiltrasporti Marco Verzari, alla presenza del segretario generale della UIL Pierpaolo Bombardieri.  

Di certo non possiamo risultare presuntuosi o fantasiosi qualora dicessimo che lo sciopero si è rivelato un grande successo. L’adesione è stata altissima, le lavoratrici ed i lavoratori del TPL hanno risposto, hanno fatto sentire il loro dissenso verso chi governa le loro aziende e verso quelle stesse istituzioni che scarsamente attenzionano i loro problemi quotidiani. Abbiamo lanciato un grande grido, una grande richiesta di riconoscimento, riconoscenza ma soprattutto dignità, quella stessa dignità negata da un mancato rinnovo che per noi, le persone del TPL, significa esistenza, significa rispetto per la nostra vita e per le nostre famiglie. L’effetto dell’astensione è stato pressochè immediato, lo stesso MIT (nella medesima giornata) ha deciso per una convocazione delle parti sociali per il giorno 12 novembre, nella sede del ministero stesso, al fine di riavvicinare le parti cosi distanti da comportare questa nostra mobilitazione. L’incontro si è appunto tenuto nella giornata sopra indicata, per la Uiltrasporti ha ovviamente presenziato alla riunione il segretario nazionale Roberto Napoleoni, di cui riportiamo una dichiarazione inerente all’esito della riunione stessa: “Nell’incontro tenutosi il 12 novembre scorso al MIT e presieduto dal Viceministro delle Infrastrutture e Trasporti, on. Edoardo Rixi, alla presenza anche di rappresentanti del Mef, del Ministero del Lavoro e delle Associazioni Datoriali, abbiamo ribadito la necessità di dare stabilità al settore sia sotto il profilo normativo che dal punto di vista finanziario ma prima di tutto attraverso il rinnovo del Ccnl per dare la giusta dignità ai lavoratori di un settore che ha perso ormai attrattività. L’incontro ha portato, su richiesta del Viceministro, alla riapertura del tavolo negoziale tra le parti che lunedì 18 novembre ha ripreso il confronto per il rinnovo del CCNL Autoferrotranvieri-Internavigatori, anche al fine di valutare l’impegno economico richiesto ad integrazione degli stanziamenti previsti in Legge di Bilancio. A valle del confronto, torneremo al Mit per consegnare i risultati di un percorso che auspichiamo possa concludersi in tempi brevissimi.” Con questo articolo tengo particolarmente a sottolineare un’importante riflessione: il diritto di sciopero, il quale, va sempre ricordato, resta un sacrificio anche economico dello stesso lavoratore, a volte risulta uno strumento necessario ed a volte comporta e spinge verso grandi risultati, come in questo caso. La riapertura del tavolo negoziale, con annessa richiesta di raggiungere un accordo in tempi brevi, non può che essere visto come un grande merito per tutte e tutti coloro che hanno sacrificato il loro tempo, il loro denaro e magari loro risorse, per una vera e propria battaglia di merito e per la dignità. Un enorme grazie è doveroso, dobbiamo essere orgogliosi di questo risultato, viva le grandi persone lavoratrici e lavoratori del Trasporto Pubblico Locale.