Di Valentina Moriello – Uiltrasporti Campania
La transizione energetica dei porti, sia a livello europeo che italiano, rappresenta una sfida cruciale per la decarbonizzazione del settore marittimo e la riduzione dell’impatto ambientale. Questo processo implica l’adozione di tecnologie e pratiche sostenibili per ridurre le emissioni di gas serra e l’inquinamento atmosferico.
L’Unione Europea ha fissato obiettivi ambiziosi per la riduzione delle emissioni, con il Green Deal europeo che mira alla neutralità climatica entro il 2050.
Ed il settore marittimo è chiamato a contribuire attivamente a questi obiettivi, e i porti svolgono un ruolo chiave in questa transizione.
Tante sono le strategie da poter adottare: l’utilizzo di carburanti alternativi, come il gas naturale liquefatto (GNL), l’idrogeno e i biocarburanti o, ancora, l’implementazione di sistemi di gestione dell’energia e l’adozione di fonti rinnovabili, come l’energia solare ed eolica. Tutti fattori che potrebbero contribuire alla sostenibilità dei porti.
Tuttavia, una delle sfide più importanti per la transizione ecologica del settore è rappresentata dalla elettrificazione delle banchine portuali (cold ironing). Questa nuova tecnologia consiste nell’installazione di sistemi di alimentazione elettrica a terra, che consentirebbe alle navi ormeggiate di spegnere i motori e di alimentare i propri sistemi a bordo tramite la rete elettrica locale, riducendo così le emissioni.
L’Europa è all’avanguardia nell’elettrificazione delle banchine, con diversi paesi che hanno già realizzato progetti pilota e investito in infrastrutture dedicate tanto che molti scali, già da tempo, hanno dimostrato come sia possibile trasformare questa ambiziosa visione in realtà.
Considerato uno dei pionieri in questo campo, il porto di Göteborg ha avviato i primi progetti di elettrificazione già negli anni ’80. Oggi, la maggior parte delle navi da crociera e delle navi ro-ro che attraccano a Göteborg sono in grado di collegarsi alla rete elettrica a terra.
Anche Oslo, in Norvegia, si è distinta per l’impegno nell’elettrificazione delle banchine. Il porto norvegese ha investito in infrastrutture moderne e ha incentivato gli armatori a equipaggiare le proprie navi con i sistemi necessari per il collegamento alla rete elettrica. Grazie a queste iniziative, Oslo è diventata un punto di riferimento per la navigazione sostenibile nel Nord Europa.
Il porto di Rotterdam, uno dei più grandi d’Europa, ha lanciato un ambizioso programma di elettrificazione delle banchine, con l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 del 50% entro il 2030. Il porto olandese ha sviluppato una rete elettrica dedicata e ha incentivato gli operatori portuali a investire in infrastrutture di ricarica per i veicoli elettrici.
Finanche il porto di Helsinki, in Finlandia, ha fatto tesoro di queste tecnologie e ha adottato un approccio olistico all’elettrificazione, integrando le infrastrutture portuali con la rete elettrica cittadina. Inoltre, il porto finlandese ha promosso l’uso di navi a zero emissioni, come le navi da crociera elettriche e le navi a idrogeno.
Queste trasformazioni hanno portato, di fatto, a una significativa riduzione delle emissioni inquinanti e acustiche, migliorando la qualità dell’aria e la vivibilità di tutte queste città.
E in Italia?
Anche nel nostro paese la transizione energetica dei porti è diventata una priorità, con investimenti significativi per l’elettrificazione delle banchine e l’adozione di tecnologie sostenibili. Ciò soprattutto grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, attraverso il quale il Governo italiano ha stanziato fondi rilevanti.
Doversi porti italiani, come Civitavecchia, La Spezia, Bari, Taranto e Genova, stanno attuando progetti di elettrificazione delle banchine, ma la strada è ancora molto lunga.
Tante sono le problematiche connesse al cold ironing:
- investimenti significativi in infrastrutture per l’elettrificazione delle banchine;
- adeguamento delle flotte esistenti non equipaggiate per collegarsi alle reti elettriche, con conseguenti costi aggiuntivi per gli armatori;
- mancanza di standard internazionali sui protocolli di comunicazione utilizzati per l’elettrificazione delle banchine, con conseguenziale complessa interoperabilità tra i diversi porti e le navi;
- dell’incertezza sui ritorni economici a breve termine da parte degli operatori portuali e degli armatori
Tuttavia vanno ricercate soluzioni alternative quali ad esempio incentivi economici e una maggiore collaborazione pubblico-privato.
Il Governo insieme alle port authority locali, infatti, possono mettere in atto incentivi economici per favorire gli investimenti nell’elettrificazione delle banchine, inoltre una stretta collaborazione tra enti portuali, armatori, operatori logistici e fornitori di energia è fondamentale per la riuscita dei progetti.
Tra l’altro oltre alle infrastrutture terrestre il processo di transizione riguarda anche il settore delle crociere che sta vivendo, anch’esso, una profonda trasformazione, orientata verso una sempre maggiore sostenibilità ambientale. Un recente rapporto della CLIA (Cruise Lines International Association) rivela infatti che la metà delle navi da crociera è già predisposta per l’elettrificazione a terra, un passo fondamentale verso la riduzione delle emissioni inquinanti.
L’obiettivo ambizioso delle compagnie crocieristiche è, infatti, quello di raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050. Per raggiungere questo traguardo, gli investimenti nell’elettrificazione delle navi sono in costante aumento. Sempre più navi sono dotate di sistemi che consentono di collegarsi alla rete elettrica terrestre nei porti, riducendo così le emissioni locali.
In conclusione, l’elettrificazione delle banchine e del settore crocieristico rappresentano una sfida complessa ma necessaria per la transizione verso un trasporto marittimo più sostenibile. Superando gli ostacoli e investendo nelle soluzioni appropriate, è possibile creare porti più puliti, efficienti e competitivi, contribuendo a un futuro più verde per tutti.