RIDARE DIGNITÀ AL PAESE, ALLE PERSONE, AL LAVORO.

Rafforzare e rinnovare la rappresentanza sindacale

Rafforzare e rinnovare la rappresentanza sindacale

Di Marco Verzari – Segretario Generale Uiltrasporti

Al Cnel sono depositati 96 contratti collettivi nazionali che riguardano le attività di trasporti e servizi di cui la nostra organizzazione si occupa. Di questi contratti solo 26 sono firmati dalla Uiltrasporti mentre la stragrande maggioranza dei restanti è firmata da realtà sindacali poco o nulla rappresentative. Sono proprio questi contratti che nella maggior parte dei casi generano un pericoloso dumping economico e normativo che influisce negativamente sulle condizioni di lavoratrici e lavoratori.

I casi più eclatanti li troviamo in particolare in due settori: il multiservizi, dove a fronte di due contratti firmati dalla Uiltrasporti per la Uil, dalla Filcams per la Cgil e dalla Fisascat per la Cisl, ci sono 29 contratti depositati al Cnel, alcuni dei quali prevedono retribuzioni inferiori anche del 35%. C’è poi il settore della logistica, dove la Uiltrasporti, insieme alle altre organizzazioni di categoria confederali e rappresentative del settore, ha da poco chiuso il rinnovo del CCNL; depositati al Cnel in questo caso, ci sono altri 32 contratti non rappresentativi tra i quali uno in particolare, scaduto nel 2021, prevede una retribuzione inferiore quasi del 43%.

Per inquadrare pienamente il problema non possiamo poi evitare di fare un mea culpa evidenziando come a volte rischiamo di farci dumping da soli permettendo l’applicazione impropria di contratti in settori diversi dal campo di applicazione principale. Questo aspetto è per noi fondamentale e per questo ci siamo battuti anche sul nuovo codice degli appalti pubblici per garantire la corretta applicazione dei CCNL in base alla reale attività oggetto dell’appalto, il rispetto concreto del principio delle stesse tutele economiche e normative per contrastare ogni forma di dumping e l’applicazione del medesimo CCNL sia ai lavoratori in appalto che ai lavoratori in subappalto. Il nostro lavoro però non è ancora finito perchè nonostante il codice degli appalti dia indicazioni precise, queste vengono spesso eluse e disattese.

Multiservizi e Logistica sono i settori dove si annidano di più i casi di lavoro povero e sfruttamento alimentati dall’eccessivo ricorso agli appalti e subappalti, ma anche dalla presenza di questa moltitudine di contratti che rende sempre più difficili e lunghi i confronti con le aziende e le associazioni datoriali.

Un altro settore dove si continua ad alimentare il dumping sociale e contrattuale è quello del trasporto aereo in cui, dopo tre anni dalla sua entrata in vigore, l’articolo 203 del decreto rilancio, che prevede l’obbligo di applicazione del contratto nazionale alle aziende che operano negli scali del nostro Paese, ancora non viene attuato, lasciando ad aziende e vettori internazionali la possibilità di applicare accordi aziendali condivisi con sigle sindacali non rappresentative e spesso di comodo.

Questa giungla di contratti non rappresentativi produce effetti negativi su lavoratori e imprese; alcuni di questi hanno messo in discussione strumenti fondamentali per i quali il sindacato si è

battuto e continua a battersi, come il pagamento della tredicesima e della quattordicesima, la formazione sulla sicurezza e l’accesso ai dispositivi di protezione individuale.

Tutto questo deve spingerci ad aprire una riflessione sulla necessità di identificare chi veramente ha l’adeguata rappresentanza e rappresentatività per siglare i contratti, soprattutto in una fase storica in cui abbiamo un governo che non ragiona in termini di maggioranza sindacale determinata da quanto ogni sigla rappresenta. Il sistema delle relazioni industriali e della rappresentanza sindacale è al centro di un attacco politico e strutturale che mira a indebolirne il ruolo, un attacco che noi dobbiamo contrastare fermamente.

La contrattazione è lo strumento principale che abbiamo a disposizione per incidere sul lavoro in un sistema che vorrebbe indebolirci ed è per questo che è necessario determinare la condizione per l’applicazione erga omnes dei contratti sottoscritti dalle organizzazioni più rappresentative sul territorio nazionale.

C’è bisogno finalmente di un approccio diverso che dia maggiore corpo ai principi fondamentali indicati dall’articolo 39 della costituzione e che possa rafforzare la contrattazione prevedendo una certezza di rinnovo dei CCNL entro i tempi stabiliti, per garantire alle lavoratrici e ai lavoratori stipendi e tutele adeguati.

Soprattutto in questo momento storico abbiamo l’assoluta necessità di difendere e modernizzare le relazioni industriali, in un contesto in cui le trasformazioni economiche e tecnologiche rischiano di accentuare le disparità e di indebolire le tutele per i lavoratori. Aprire dunque un serio dibattito sulla rappresentanza e rappresentatività che coinvolga governo, sindacati e associazioni datoriali, diventa centrale per il futuro del lavoro e della contrattazione in Italia.