RIDARE DIGNITÀ PAESE, ALLE PERSONE, AL LAVORO.

Riforma dei Porti, audizione alla Camera dei Sindacati. Tarlazzi: sistema portuale deve rimanere pubblico ma aperto alla competizione e ben regolamentato

Riforma dei Porti, audizione alla Camera dei Sindacati. Tarlazzi: sistema portuale deve rimanere pubblico ma aperto alla competizione e ben regolamentato

Si è svolta questo pomeriggio presso la commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera dei Deputati, l’audizione delle organizzazioni sindacali Filt Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporti nell’ambito della discussione congiunta delle risoluzioni recanti misure per la valorizzazione del sistema portuale nazionale.

Per la Uiltrasporti è intervenuto il Segretario Generale Claudio Tarlazzi che ha sottolineato gli interventi necessari per un sano sviluppo della portuali nazionale.

“L’obiettivo – ha detto Tarlazzi – è creare un sistema portuale pubblico, aperto alla competizione e adeguatamente regolamentato.

Lo sviluppo dei porti e quindi dell’intero sistema Paese, non può prescindere da un sistema coordinato a livello nazionale.

Le riforme dei porti del 2016 e del 2017 seppure hanno introdotto diverse novità che hanno migliorato e tutelato l’asset strategico rappresentato dalla portualità, hanno però parimenti aggiunto previsioni legislative che ad oggi risultano ancora inattuate e persiste una mancanza di coordinamento da parte del Ministero che continua a produrre grandi differenze interpretative ed applicative della norma.

La nascita di monopoli sempre più importanti – ha proseguito il Segretario Generale della Uiltrasporti – mina i principi di concorrenza, aperta e regolata, alla base della L. 84/94 ed è pertanto fondamentale che il Mit assuma il controllo sull’intero sistema portuale del nostro Paese.

È fondamentale allo stesso modo che le parti sociali partecipino ai processi decisionali, fornendo il loro contributo in termini di crescita.

La portualità deve restare regolamentata e gli spazi in concessione debbono essere affidati sulla base della capacità degli operatori di essere attrattivi in termini di traffico, e di una selezione basata sull’efficacia ed efficienza organizzativa ed operativa oltre che in base alla congruità degli organici e alla formazione ed esperienza dei lavoratori.

Il lavoro portuale è da sempre il fulcro dello sviluppo dei sistemi portuali, dove il CCNL dei porti è stato alla base del principio di sana concorrenza tra le imprese.

È importante dunque sostenere – ha concluso Tarlazzi – i giusti strumenti per il turn over di questi lavoratori attraverso l’emanazione del decreto attuativo del “Fondo per l’incentivazione all’esodo dei lavoratori portuali” per garantire il giusto ricambio generazionale anche in considerazione di processi di automazione che renderanno necessari percorsi di formazione per le nuove generazioni di lavoratori. Per questo riteniamo importante includere nei lavori usuranti anche il lavoro portuale”.