RIDARE DIGNITÀ AL PAESE, ALLE PERSONE, AL LAVORO.

Salute e sicurezza: la tecnologia sia al servizio dell’uomo, per un lavoro più sicuro e dignitoso per tutte e tutti 

Salute e sicurezza: la tecnologia sia al servizio dell’uomo, per un lavoro più sicuro e dignitoso per tutte e tutti 

Editoriale di Marco Verzari – Segretario Generale Uiltrasporti 

In Italia ogni anno si registrano più di 1000 morti sul lavoro, un dato impressionante che deve indignarci tutti considerando soprattutto che non stiamo parlando di percentuali e numeri vuoti, ma di vite umane, di lavoratrici e lavoratori che escono di casa per andare a lavorare e non fanno più ritorno dalle proprie famiglie. 

Di lavoro si deve vivere, non si può morire! Per questo la Uil da anni è impegnata con la campagna “Zero morti sul lavoro”, un obiettivo non negoziabile affinché nessun lavoratore, nemmeno uno, debba più perdere la vita per lavorare. Non si tratta solo di una campagna sindacale, ma di una campagna di civiltà sulla quale non possiamo permetterci di indietreggiare. 

Al tema della salute e sicurezza sul lavoro è dedicato il primo maggio di quest’anno, ma anche il 28 aprile – giornata mondiale per la salute e sicurezza sul lavoro – rappresenta ogni anno un’occasione per riflettere sull’importanza di creare una cultura della sicurezza che coinvolga governi, datori di lavoro e lavoratori nel promuovere ambienti lavorativi sicuri. 

L’edizione 2025 è stata incentrata sul ruolo dell’innovazione tecnologica nella prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali. 

L’adozione di strumenti avanzati, come l’analisi predittiva, la realtà aumentata, i sistemi algoritmici del lavoro, sta trasformando il modo in cui vengono affrontati i rischi professionali. Sono molte le mansioni pericolose che riguardano anche il settore dei trasporti e dei servizi, che i robot possono svolgere in sicurezza come ad esempio il sollevamento di oggetti molto pesanti e medio-pesanti o anche oggetti leggeri il cui sollevamento ripetuto ogni giorno potrebbe nel tempo rappresentare un rischio per i lavoratori.  

Tuttavia, queste innovazioni pongono anche nuove sfide per un utilizzo sicuro, efficace e soprattutto sostenibile di tali strumenti. 

L’impatto globale dell’automazione e dell’intelligenza artificiale sull’occupazione è significativo. L’ILO stima che l’automazione potrebbe sostituire almeno parzialmente quasi 75 milioni di posti di lavoro in tutto il mondo. Il 21% dei lavoratori europei esprimono preoccupazione per la potenziale perdita del lavoro, le riduzioni salariali e lo stress psicologico. 

L’incertezza che circonda i cambiamenti indotti dall’automazione può contribuire a stress psicologico a lungo termine, in particolare per i lavoratori che non hanno opportunità di riqualificazione o avanzamento di carriera. Un impatto significativo dell’automazione e delle tecnologie digitali si verifica inoltre spesso rispetto alla qualità del lavoro, a causa dell’influenza di queste tecnologie sull’intensità del lavoro, l’autonomia e le competenze richieste. L’automazione spesso intensifica il lavoro imponendo orari più serrati e aumentando il ritmo delle attività, con conseguente aumento dei tassi di errore e dell’affaticamento. I lavoratori che si occupano della manutenzione o lavorano a fianco dei robot devono adattarsi al ritmo della macchina, spesso con flessibilità limitata e senza tempi di recupero sufficienti, aumentando il rischio di esaurimento fisico e mentale. 

È indubbio che i robot, sempre più utilizzati per sostituire i lavoratori in mansioni pericolose e in ambienti ad alto rischio, rappresentino una risorsa importante per la prevenzione dei rischi e delle malattie professionali, ma non bisogna mettere in secondo piano i rischi organizzativi e psicosociali. 

Aziende, istituzioni e parti sociali si dovranno confrontare su come bilanciare progresso tecnologico e tutela della salute, assicurando che la transizione digitale sia al servizio della sicurezza e del benessere dei lavoratori, ma andando di pari passo ad una giusta transizione sociale. Una formazione continua e di qualità che parta dalle scuole e si sviluppi in ogni ambiente lavorativo per sviluppare una nuova e più efficace cultura della sicurezza che non lasci indietro nessuno; che utilizzi la tecnologia a servizio dell’uomo, per sviluppare ambienti di lavoro più sicuri e salubri e un lavoro più dignitoso per tutte e tutti.