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Taxi: decisioni governo unilaterali e sbagliate, non aiutano a risolvere caos settore

Taxi: decisioni governo unilaterali e sbagliate, non aiutano a risolvere caos settore

“Sulla questione taxi il Governo continua a prendere decisioni unilaterali senza confronto se non con riunioni di facciata attraverso le quali noi non possiamo fare altro che prendere atto di quanto già deciso”.

Commentano così il Segretario Generale Claudio Tarlazzi e il Segretario Nazionale Marco Verzari sugli ultimi provvedimenti decisi dal governo sul tema taxi.

“Decisioni dunque – proseguono i due segretari – a nostro avviso inadatte e sbagliate nel metodo perchè di fatto non c’è mai stato confronto reale; nel merito perchè

le obiezioni poste dalla Uiltrasporti e da altre organizzazioni sindacali in relazione all’ indispensabile completamento dell’attuale normativa ( legge 21/92 ) per rendere strutturale e corretta la riforma del settore, sono state ancora una volta eluse dal Governo, adducendo il fatto che i decreti attuativi della legge 12 del 2019, che dovevano istituire, Registro Elettronico Nazionale – Foglio Elettronico di Servizio – DPCM che determini regole chiare e certe per l’uso delle piattaforme tecnologiche, sono pronti da anni, ma probabilmente verranno presentati ad ottobre”.

“In questo contesto – continuano Tarlazzi e Verzari – le norme presenti nel decreto sembrano solo favorire il rischio di tensioni e ulteriore caos normativo, determinando anche la possibilità del proliferare del precariato e forme di caporalato e il serio rischio di concorrere anche ad incidere negativamente sulla qualità e sicurezza del servizio per l’utenza.

Si parla poi della facoltà offerta dal Governo per i comuni di incrementare le licenze fino al 20% ma è una comunicazione non propriamente esatta, infatti già oggi, con la normativa vigente, i comuni possono preparare bandi pubblici per l’affidamento delle licenze in una percentuale anche più alta.

Quello che si sta configurando di fatto – concludono Tarlazzi e Verzari – è il mantenimento di un impianto normativo incompleto e carente, con l’aggravante di ulteriori deroghe specifiche agli articoli 7 e 8 della legge 21/92 che allargano in modo preoccupante un mercato già senza regole certe per il settore”.