Roma, 13 gennaio 2021 – Il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro degli Autoferrotranvieri Internavigatori è scaduto da tre anni. Ma non è l’unica ragione dello sciopero! Durante l’emergenza sanitaria le lavoratrici e i lavoratori del trasporto pubblico hanno continuato a lavorare, con grande senso di responsabilità, sommando ogni giorno alle criticità, proprie di un settore che da anni è in forte difficoltà, le complessità legate alle norme sulla tutela della salute di lavoratori e utenti.
Il Trasporto Pubblico Locale così non funziona. È giunto il momento di avviare una vera riforma del settore:
– rendere adeguate e strutturali le risorse a questo destinate, sia per il servizio che per gli investimenti in nuovi mezzi e tecnologie.
– eliminare la dispersione dei fondi pubblici, avviando un processo di aggregazione delle aziende perché l’eccessiva frammentazione del sistema produce inefficienze e insostenibilità economica, garantendo nel contempo maggiori tutele per le lavoratrici e i lavoratori.
Le risorse devono essere investite in un servizio pubblico di maggior qualità, maggior sicurezza per lavoratori ed utenti, aumentando e ammodernando un parco mezzi attualmente tra i più vecchi in Europa nonché rinnovando il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per i 113.000 addetti, donne e uomini, che ogni giorno garantiscono il diritto costituzionale alla mobilità dei cittadini, fungendo nel contempo da parafulmine alle inefficienze conseguenti anche all’eccessiva frammentazione del sistema ed ai tagli dei fondi pubblici che spesso non consentono di fornire un servizio dignitoso per l’utenza.
A queste criticità si sono aggiunte quelle legate a uno stato emergenziale che ha ormai assunto carattere di strutturalità: le lavoratrici e i lavoratori operano spesso in solitudine, abbandonati a sé stessi con la paura del contagio e del rischio aggressioni in forte aumento, in balia del malcontento di un‘utenza sfinita ed esasperata per un servizio di trasporto pubblico, molto spesso non all’altezza di un Paese civile.
In questo quadro, alle legittime richieste di rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, scaduto il 31 dicembre 2017, per un giusto riconoscimento di adeguate retribuzioni e di dignitosi trattamenti normativi, le Associazioni Datoriali di categoria, Asstra, Agens e Anav, utilizzando la pandemia come un alibi, hanno risposto che non hanno risorse nemmeno per coprire l’intera vacanza contrattuale, 2018-2019 e 2020, dimenticando che il COVID è comparso in Italia solo nel 2020 scaricando la colpa della crisi del settore unicamente sulle Istituzioni per la carenza delle risorse (nonostante i 1.300 milioni di euro finora già stanziati). Un alibi che si trasforma in un insulto e che ha il sapore di una beffa!!!
È per tutto questo che, seppur consapevoli dell’ulteriore disagio che ciò comporterà per i cittadini, le lavoratrici e i lavoratori autoferrotranvieri internavigatori del Paese, il prossimo 8 febbraio incroceranno per 4 ore le braccia, secondo le modalità che saranno indicate dalle strutture sindacali territorialmente competenti.
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