Roma, 7 settembre – “Confermiamo lo sciopero di tutti gli addetti del trasporto aereo, eccetto Enav, da noi indetto per il 24 settembre: lo abbiamo proclamato ormai più di un mese fa e ancora i Ministeri competenti (Sviluppo economico, Infrastrutture e Mobilità sostenibili, Lavoro) non ci hanno convocato”. È quanto dichiarano Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti, spiegando che: “Le ragioni dello sciopero si fanno ogni giorno più urgenti per cui stupisce il silenzio dei Ministeri.
“Il settore, infatti, ancora sta pagando il conto della pandemia, per cui sono indifferibili una serie di interventi atti a garantirne la tenuta industriale, in particolar modo sui seguenti temi, che elenchiamo tutti, perché per noi non ci sono figli e figliastri. Il blocco dei licenziamenti sino ad avvenuta ripresa del comparto; la rivisitazione del piano nazionale degli aeroporti; la vertenza Alitalia/ITA, che coinvolge circa 10.500 lavoratori, per i quali chiediamo un programma di ammortizzatori sociali che duri per tutta la durata del piano industriale della nuova compagnia di bandiera, al fine di tutelare tutti i lavoratori. Fino ad ora registriamo la grande assenza del Governo dalla trattativa mentre per noi è imprescindibile il mantenimento dei livelli occupazionali. Inoltre la vertenza Air Italy con 1.450 lavoratori in cassa integrazione in scadenza il 31 dicembre prossimo e con il rischio di essere licenziati in caso di mancato intervento del governo; la crisi delle compagnie aeree Norwegian, Ernest e Blue Panorama e delle compagnie aeree straniere basate in Italia tutte sotto regime di ammortizzatori sociali e le vertenze verso quelle società che rifiutano il confronto con il sindacato; le crisi delle società di gestione aeroportuali, degli handlers e delle aziende di catering che sono i settori più pesantemente colpiti dalla crisi delle compagnie aeree. Serve il rifinanziamento del Fondo di solidarietà del trasporto aereo (Fsta) e l’avvio di un confronto immediato affinché vengano emessi una serie di provvedimenti integrativi e correttivi della attuale normativa riguardo il complesso degli ammortizzatori sociali del settore e l’inserimento dei lavoratori delle aree operative aeroportuali nella categoria dei lavoratori usuranti per superare il difficile e lungo periodo che ci aspetta in termini di tenuta occupazionale ed industriale. Chiediamo l’applicazione puntuale dell’articolo 203 del decreto Rilancio sul contratto collettivo nazionale di settore per combattere efficacemente l’inaccettabile dumping sociale e salariale attuato da quelle imprese che applicano regolamenti unilaterali o contratti aziendali con salari inferiori al ccnl stesso e siamo contro la delocalizzazione industriale attuata da aziende italiane, spesso anche sostenute da aiuti pubblici Covid-19, verso paesi stranieri”.
Concludono Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti: “Se il Governo continuerà a non agire, la situazione non potrà che peggiorare e la nostra vertenza necessariamente continuerà. Non possiamo restare indifferenti a quello che stanno passando migliaia di lavoratrici e lavoratori”.