La nostra è un’organizzazione che non vuole subire bensì cercare di governare i nuovi processi affinché sull’altare della trasformazione digitale, tecnologica e dell’automazione e di quella ecologica non sia sacrificata una parte della popolazione.
Non deve rimanere indietro nessuno, così come deve essere centrale nell’agenda politica l’obiettivo di un modello di sviluppo che metta al centro la persona, il buon lavoro di qualità, la formazione, gli investimenti su salute e sicurezza, il contrasto all’illegalità, allo sfruttamento soprattutto nel mondo degli appalti e delle piattaforme dell’e-commerce dove i lavoratori sono gestiti da un algoritmo che ne misura la performance e stabilisce carichi e ritmi di lavoro per salari da fame. Nonostante si sia fatto molto per loro c’è ancora molto da fare.
Deve prevalere una più opportuna economia sociale di mercato dove sia centrale il rispetto della persona e del lavoro, dove sia garantita una rete di protezione sociale ed economica che si traduce in giusta retribuzione e nel ruolo partecipativo dei lavoratori nei processi di sviluppo delle imprese, in benessere lavorativo e di condizioni migliori che consentano di conciliare la vita privata col lavoro.
Al lavoro va data dignità. In Italia ci sono 4 milioni di lavoratori che guadagnano meno di 1000 euro e sono 5 milioni i lavoratori a tempo determinato , part-time e collaboratori, il 21 % della forza lavoro. Bisogna cambiare e bisogna farlo in fretta.
Giudicheremo il prossimo Governo per quello che riuscirà a fare, per come vorrà coinvolgere il sindacato.
Noi come sempre non faremo sconti a nessuno e rispondendo ai nostri azionisti che sono le persone, i lavoratori, le donne i giovani, i pensionati.
Servono soluzioni urgenti perché siamo vicini ad una bomba sociale dove il caro bollette forse è solo la punta dell’iceberg.
Lo Stato da tutto questo, dagli effetti del rialzo dell’inflazione sta incassando più entrate tributarie dell’anno scorso, il 13,4% in più, 343,7 miliardi.
E allora queste entrate extra devono essere usate per mitigare il caro bollette a beneficio dei lavoratori ne pensionati e per le imprese più esposte e più a rischio di chiusura.
A ciò vanno abbinate misure da parte del Governo che contribuiscano al recupero pieno del potere d’acquisto.
Non bisogna mai dimenticare che l’economia del nostro Paese è per i 2/3 sostenuta dalla domanda interna e quindi dalla capacità di spesa delle famiglie, da sempre le più penalizzate dal carico fiscale maggiore.
In tutto questo il Ccnl rappresenta lo strumento fondamentale di regolazione del mercato, l’elemento essenziale di garanzia e di tutela per le lavoratrici e i lavoratori. Per noi il salario minimo è quindi il trattamento economico complessivo derivante dall’applicazione anche della parte normativa dei contratti maggiormente rappresentativi sul piano nazionale e non solo il minimo salariale.
Noi siamo un’organizzazione grandissima, abbiamo fatto tanto e con responsabilità e visione del futuro siamo pronti a fare ancora molto per essere davvero il sindacato del terzo millennio, il sindacato delle persone.