di Gabriel Proietti – Uiltrasporti Trasporto Aereo
In questi giorni e sempre più spesso si sente parlare di Identità Digitale, partita in sordina qualche anno fa, annovera già un buon numero di stati che hanno implementato tale tecnologia e forse tra poco arriverà anche da noi.
Un passaggio epocale del quale bisogna essere consapevoli e per esserlo è necessario informarsi bene.
Abbiamo trovato tante definizioni, una più orwelliana dell’altra e tutte egualmente inquietanti.
Eccone alcune:
“L’identità digitale è l’insieme delle informazioni e dei dati, definiti anche attributi, associati in modo univoco ad una persona fisica, che la identificano, in veste privata o professionale, durante l’esercizio delle sue attività digitali.”
“Per identità digitale si intende un insieme di dati che consentono di identificare in modo univoco una persona, un’azienda o un oggetto. Questi, poi, vengono raccolti, memorizzati e condivisi digitalmente all’interno di un ecosistema di attori e attraverso tecnologie abilitanti.”
“Per identità digitale si intende l’insieme di informazioni elettroniche che rappresentano una persona fisica o giuridica nel mondo digitale. Questa identità è utilizzata per autenticare e verificare un utente quando accede a servizi online, siano essi pubblici o privati.”
“L’Identità digitale rappresenta lo strumento che permette ai cittadini di identificarsi in modo univoco e accedere a tutti i servizi digitali della Pubblica Amministrazione e a quelli dei privati abilitati, sia in Italia che in Europa.”
Per il momento non credo sia utile commentare quanto sopra, ma limitiamoci a rileggere (magari anche più volte) e a riflettere…!
Proviamo a prendere qualche informazione in più…
“La carta d’identità digitale non è un concetto nuovo in Europa, dove diversi Paesi hanno implementato con successo tali sistemi.
L’E-ID dell’Estonia, che ha ormai quasi 20 anni, consente ai cittadini di votare, firmare documenti in digitale, accedere all’assistenza sanitaria e all’istruzione e utilizzare servizi bancari e di shopping online. Si stima che il sistema faccia risparmiare ai cittadini in media cinque giorni lavorativi all’anno grazie a processi più efficienti. Oggi il 99 per cento degli estoni possiede un documento d’identità digitale.
Altrove, l’applicazione MitID della Danimarca, introdotta nel 2021 e oggi utilizzata da oltre il 90 per cento della popolazione, integra servizi bancari, governativi, fiscali, sanitari, pensionistici e scolastici.
Il DNI elettronico della Spagna, introdotto per la prima volta nel 2006 e ora integrato dall’applicazione per smartphone MiDNI, fornisce un modello simile a quello danese.
A livello europeo, il regolamento eIDAS 2.0 impone a tutti gli Stati membri di fornire ai cittadini un’identità digitale entro il 2026.
Sono già in corso progetti pilota in 26 Paesi dell’Ue, oltre che in Norvegia, Islanda e Ucraina, che coinvolgono centinaia di autorità pubbliche e aziende private.
Tuttavia, nonostante questi progressi, l’uso dei sistemi europei rimane volontario o legato alle carte d’identità legali esistenti.”
Da quanto si legge sopra, nei paesi citati l’Identità Digitale sembra sia stata implementata in modo non obbligatorio, ciò risulta in contrasto con quanto viene imposto a livello europeo…tutti gli stati membri dovranno fornire ai cittadini un’identità digitale entro il 2026.
Forse qualcuno non se ne è accorto, ma qui in Italia abbiamo già due tipologie di Identità Digitale: lo SPID e la CIE.
SPID:
“Il Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID) è la chiave di accesso semplice, veloce e sicura ai servizi digitali delle amministrazioni locali e centrali.
Un’unica credenziale (username e password) che rappresenta l’identità digitale e personale di ogni cittadino, con cui è riconosciuto dalla Pubblica Amministrazione per utilizzare in maniera personalizzata e sicura i servizi digitali.
SPID consente anche l’accesso ai servizi pubblici degli stati membri dell’Unione Europea e di imprese o commercianti che l’hanno scelto come strumento di identificazione.
Con il sistema di accesso su cui si basa SPID, la Pubblica Amministrazione è ancora più vicina ai cittadini. Garantendo a tutti una modalità di accesso ai servizi online, che è sempre uguale ed intuitiva, SPID facilita la fruizione dei servizi online e semplifica il rapporto dei cittadini con gli uffici pubblici.
Anche il settore privato può trarre vantaggi dall’identità digitale, migliorando l’esperienza utente e la gestione dei dati personali dei propri clienti.”
CIE:
“La carta d’identità elettronica (CIE) è uno strumento attraverso il quale i cittadini sono riconosciuti in rete in modo certo, come avviene per l’autenticazione con carta nazionale dei servizi (CNS), per poter usufruire dei servizi on-line erogati dalle Pubbliche Amministrazioni.
Si tratta dell’evoluzione della carta di identità in versione cartacea, ha le dimensioni di un bancomat ed è costituita da:
- un supporto di materiale plastico in policarbonato, su cui sono stampati a laser la foto e i dati del cittadino, protetti con elementi e tecniche di anticontraffazione, come ologrammi e inchiostri speciali
- un microchip contactless che contiene:
- i dati personali, la foto e le impronte del titolare, protetti da meccanismi che ne prevengono la contraffazione e la lettura impropria
- le informazioni per consentire l’autenticazione in rete da parte del cittadino a servizi erogati in rete da Pubbliche Amministrazioni e imprese
- ulteriori dati per la fruizione di servizi a valore aggiunto, in Italia e in Europa.
Su ciascuna CIE è riportato il numero unico nazionale ovvero un numero di serie stampato sul fronte in alto a destra e avente il seguente formato: due lettere – cinque numeri – due lettere (ad esempio: CA00000AA).”
Al momento il governo italiano sembra orientato a sostituire lo SPID con la CIE e in attesa del termine indicato dal Regolamento suddetto (eIDAS 2.0), il nostro paese nel 2024 ha introdotto l’IT Wallet (portafoglio digitale), che configura una nuova modalità di gestione dell’identità digitale attraverso non solo l’acquisizione ma la piena validità legale dei documenti digitali.
Alcuni giorni fa in Gran Bretagna il governo ha annunciato l’introduzione di una Carta di Identità Digitale, obbligatoria per poter lavorare nel paese, la misura è stata presentata come un modo per controllare l’immigrazione illegale. Si registrano già numerose proteste da parte dei cittadini britannici, che secondo un recente sondaggio vede una maggioranza favorevole, pur esprimendo timori sulla sicurezza dei dati personali.
Le domande sul futuro aumentano esponenzialmente se si guarda al modello cinese, dove l’ID Digitale è già realtà da tempo, attraverso un’ecosistema totale di controllo del singolo, dal 15 luglio 2025 hanno introdotto ufficialmente un sistema nazionale di identificazione digitale, che permette agli utenti di confermare la propria identità online senza dover mostrare direttamente il proprio nome reale o il numero di documento ufficiale. Anche in questo caso si teme che questo sistema potrebbe servire di più a rafforzare la sorveglianza degli utenti, che a tutelare i loro dati e facilitare un controllo totale sulle attività online delle persone.
Stiamo purtroppo tutti, più o meno consapevolmente, prendendo parte a una brutta puntata di una serie tv distopica di qualche anno fa, che aveva previsto alcuni drastici e negativi cambiamenti, che portavano inesorabilmente a un controllo di massa oppressivo e limitante.
Tutto sommato possiamo dire che Orwell aveva ragione!!!
Forse non è ancora troppo tardi per svegliarsi e prendere coscienza su quanto sta avvenendo…?!




