Il Segretario Generale della Uiltrasporti Claudio Tarlazzi è intervenuto questa mattina al XII Congresso nazionale della Filt – Cgil in corso in questi giorni a Catania.
“Io sono convinto – ha detto Tarlazzi nel suo intervento – che non ci possa essere sviluppo economico senza sviluppo sociale, ma è necessario anche recuperare il protagonismo del lavoro, anzi del buon lavoro. Non possiamo pertanto mancare l’appuntamento con un modello di sviluppo che metta al centro la persona e la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori.
Tra i temi da affrontare c’è sicuramente quello delle infrastrutture, le quali devono mantenere una programmazione e pianificazione nazionale con una visione di sistema paese. Siamo contrari quindi all’autonomia differenziata che rischia di sacrificare un sistema che ha invece bisogno di intermodalità e interconnessione. C’è bisogno invece di superare le limitazioni imposte dal titolo V della Costituzione eliminando l’attuale sovrapposizione di competenze con le Regioni che limita l’azione dello Stato.
Il codice degli appalti pubblici, nel testo in via di approvazione elimina il riferimento al Piano generale dei trasporti e logistica e questo è un grave errore, perché serve invece collegare la funzionalità delle infrastrutture alle politiche dei trasporti.
Servono poi regole nei mercati contrastando l’idea che i mercati debbano autoregolarsi e che tutto sia fondato sulla logica del solo profitto. Le gare al massimo ribasso, lo sfruttamento, l’evasione, le dimensioni ridotte delle aziende e la mancanza di investimenti ci rappresentano un Paese fragile, che non si sviluppa, dove i giovani emigrano e quelli che restano non fanno figli. Dove si continua a morire sul lavoro. Servono regole e serve che lo Stato inizi a controllare e indirizzare il mercato.
Il terzo tema che bisogna affrontare con urgenza è poi quello salariale. Occorrono misure fiscali come la detassazione degli aumenti contrattuali per mettere un freno al calo dei consumi da parte dei meno abbienti i cui salari sono falcidiati dall’inflazione e dal caro energia. Se il Governo non dovesse intervenire saremo chiaramente costretti a chiedere di scaricare l’onere di questi aumenti nei rinnovi contrattuali perché è un diritto delle lavoratrici e dei lavoratori recuperare quello che viene eroso dall’inflazione, così come è un diritto il recupero del benessere lavorativo e una maggiore conciliazione dei tempi vita-lavoro.
Se mancano autisti di autobus, macchinisti di treni, marittimi o autisti di camion è perché l’approccio al lavoro sta cambiando e noi abbiamo il dovere di tenerne conto. Se sapremo affrontare e gestire insieme queste sfide, noi, insieme, le vinceremo.