Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti: “Grave silenzio” del Guardasigilli Carlo Nordio all’ennesima richiesta di attivazione di un tavolo di confronto permanente utile ad affrontare le incertezze sul mantenimento dei livelli occupazionali e salariali
Il 19 marzo sarà ancora sciopero per le migliaia di Fonici, Trascrittori e Stenotipisti forensi impiegati nel servizio di documentazione degli atti processuali al Ministero della Giustizia. La protesta, che segue la giornata di mobilitazione nazionale del 18 gennaio e la settimana di presidi organizzati in tutta Italia dal 19 al 25 febbraio scorso, è stata nuovamente indetta dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti “alla luce del grave silenzio” da parte del titolare del dicastero, il Ministro Carlo Nordio, e in seguito al mancato riscontro alla ennesima richiesta di attivazione di un tavolo permanente di confronto sindacale, sollecitato a più riprese, utile ad affrontare le incertezze sul mantenimento dei livelli occupazionali e salariali attualmente presenti nell’appalto in scadenza.
Nel merito Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti chiedono: il superamento della confusione e le incertezze legate all’attuazione della Riforma Cartabia; la formalizzazione delle garanzie circa il mantenimento dei livelli occupazionali e salariali attuali; la concretizzazione della prospettiva dell’assorbimento di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori dell’appalto, attraverso il formale avvio della procedura di internalizzazione; l’apertura di un tavolo permanente presso il Ministero per la contrattazione su criteri e modalità di assorbimento e sulla formazione da rivolgere a tutti gli addetti e le addette.
In una nuova missiva trasmessa al Guardasigilli i sindacati, “considerato che il Ministero della Giustizia non ha dato avvio al processo di internalizzazione né ha individuato, in tal senso, una precisa e concreta prospettiva temporale”, stigmatizzano “il clima di grande tensione tra le lavoratrici e i lavoratori, che da anni chiedono il superamento della precarietà dell’appalto e condizioni di lavoro adeguate alla delicatezza del servizio che svolgono con competenza e professionalità”.
La protesta sarà articolata con presidi e iniziative a livello territoriale.