RIDARE DIGNITÀ AL PAESE, ALLE PERSONE, AL LAVORO.

Turni “Sostenibili”: Quando il tuo corpo è l’unica risorsa non rinnovabile 

Turni “Sostenibili”: Quando il tuo corpo è l’unica risorsa non rinnovabile 

di Alessandra Murinni – Uiltrasporti Abruzzo  

“Buongiorno Dott.ssa, sono un lavoratore turnista nel settore dei trasporti. Mi trovo da anni in una condizione logorante: turni che non conoscono festivi, spesso costretto a straordinari obbligatori a causa della carenza di personale, e la mia vita sociale che ormai è un disastro. Mi sento fisicamente distrutto e mentalmente stanco, spesso nervoso. È normale sentirsi così? Cosa posso fare? E soprattutto: è giusto che sia così?” 

Questa testimonianza, giunta alla nostra redazione, si inserisce in un quadro ben noto, un disagio ampiamente generalizzato e che i dati statistici, purtroppo, non fanno che confermare. Quelle che leggiamo peraltro sono parole che raccontano una sofferenza silenziosa ma diffusa e che purtroppo accomuna migliaia di lavoratori e lavoratrici del settore dei trasporti, della logistica, della vigilanza, della sanità e di molti altri comparti dove il lavoro, come sappiamo, non si ferma mai. 

Secondo l’ISTAT, nel 2024, oltre il 28% dei lavoratori italiani ha svolto turni nei giorni festivi, con picchi che superano il 40% nei settori della logistica e dei trasporti. In molti casi, questi turni non sono frutto di una libera scelta, ma di una necessità imposta da esigenze aziendali o da carenze di organico.  

Lavorare in modo continuativo, senza pause adeguate, saltando festività e momenti di socialità, ha un impatto devastante sulla salute mentale e fisica. In psicologia del lavoro si parla di “stress lavoro-correlato”, condizione riconosciuta dall’INAIL, che può sfociare in sindromi depressive, alienazione, disturbi del sonno, ansia cronica e burnout. 

Un’inchiesta del TG3, andata in onda lo scorso aprile, ha mostrato il caso di un dipendente aeroportuale di Fiumicino che, in un solo mese, ha lavorato 7 domeniche su 8, con 60 ore di straordinari non programmati. Non ho più una vita – ha dichiarato – vedo i miei figli solo quando dormono”. 

Con la sentenza n. 4811 del 16 giugno 2025, il Tribunale di Napoli ha riconosciuto il danno da stress lavoro-correlato subito da una guardia giurata, impiegata per sette mesi in condizioni lavorative particolarmente gravose, caratterizzate da turni notturni e festivi reiterati, privi di adeguati momenti di recupero. Il giudice ha ritenuto che tale situazione costituisse una violazione del diritto al riposo garantito dall’articolo 36 della Costituzione Italiana.  

In tal senso, la normativa italiana prevede che il lavoro nei giorni festivi debba essere regolato da contratti collettivi e, in linea generale, non può essere imposto senza giustificato motivo.  

Tuttavia, nei settori essenziali o in quelli che prevedono attività continuative, il datore di lavoro può richiedere la prestazione anche nei festivi, purché siano garantiti i riposi compensativi e le maggiorazioni retributive. Il problema effettivo nasce quando queste condizioni non vengono rispettate o quando il lavoratore, pur formalmente “consenziente”, è di fatto costretto ad accettare al fine di non rischiare sanzioni disciplinari o demansionamenti. 

Uno studio condotto dall’Università di Torino nel 2023 su un campione di 1.200 lavoratori turnisti ha rilevato che: 

  • il 62% lamenta disturbi del sonno; 
  • il 48% riferisce sintomi di ansia o depressione; 
  • il 35% ha pensato di cambiare lavoro per motivi di salute mentale. 

Il corpo non è da meno: turni prolungati e irregolari aumentano il rischio di malattie cardiovascolari, obesità e diabete. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, in collaborazione con l’Organizzazione Internazionale del Lavoro, ha recentemente dichiarato che il lavoro oltre le 55 ore settimanali aumenta del 35% il rischio di ictus e del 17% il rischio di malattie cardiache. 

In questo scenario, il ruolo del sindacato diventa cruciale. Le vertenze sindacali sono frequentissime e riportate spesso anche dai media locali e nazionali.  

Notizie recenti documentano lo stato di agitazione in diverse aziende di trasporto, in cui i lavoratori denunciano turni troppo lunghi, gestione caotica delle ferie e carenza di personale come causa diretta del sovraccarico sui dipendenti stessi. Tali condizioni portano a denunce di orari che comportano, e a volte superano, le 194 ore mensili di lavoro, un carico decisamente insostenibile per la salute.  

In molte aziende, grazie alla contrattazione di secondo livello, si sono ottenuti risultati importanti: turni più equi, diritto alla disconnessione, bonus per i festivi e percorsi di supporto psicologico. 

Il benessere delle persone non è un costo, ma il fondamento della produttività e della sicurezza. Il sindacato esiste anche e soprattutto per trasformare le problematiche individuali in battaglie collettive per condizioni di lavoro più giuste e sostenibili difendendo i diritti di ogni persona prima ancora che lavoratore o lavoratrice.  

A tal proposito la UILTrasporti si batte da anni in prima linea per: 

  • il rispetto dei limiti orari previsti dalla normativa europea; 
  • la rotazione equa dei turni festivi; 
  • il riconoscimento dello stress lavoro-correlato come malattia professionale nei settori ad alta esposizione; 
  • l’introduzione di sportelli di ascolto psicologico nei luoghi di lavoro. 

Secondo un’analisi pubblicata da Scilla SB nel 2025: 

  • Le aziende che hanno attivato uno sportello psicologico hanno registrato una riduzione del 35% dell’assenteismo
  • Il turnover del personale è calato del 28% nei primi 12 mesi. 
  • Il livello di soddisfazione dei dipendenti è aumentato del 42%, con un impatto diretto sulla produttività. 

Testimonianze dei lavoratori 

“All’inizio ero scettico, poi ho provato una consulenza. Parlare con qualcuno che ascolta senza giudicare mi ha aiutato a gestire l’ansia e a ritrovare motivazione.” – Marco, operatore logistico, Milano 

“Lo sportello psicologico è stato fondamentale dopo un lutto familiare. Senza quel supporto, non sarei riuscita a tornare al lavoro con serenità.” – Elena, impiegata amministrativa, Bologna 

“Non pensavo che parlare con uno psicologo potesse aiutarmi. Invece ho capito come gestire meglio il carico mentale. Ora sono più produttivo e meno irritabile.” – Riccardo, Manutentore rotabili, Roma 

Queste testimonianze confermano ancora di più quanto il supporto psicologico in azienda non sia solo un gesto di cura per la persona, ma un investimento strategico.  

I lavoratori che ne usufruiscono riportano miglioramenti nella salute mentale, nella qualità delle relazioni e nella performance professionale. 

E il singolo lavoratore cosa può fare?  

A livello individuale, il primo passo è documentare e non isolarsi

  • Documentazione: Tener traccia precisa degli orari di lavoro, degli straordinari, dei giorni di riposo saltati e delle richieste esplicite o implicite di lavorare oltre l’orario. Questa documentazione è fondamentale in caso di vertenza. 
  • Rivolgersi al Sindacato: Mettersi in contatto immediatamente con l’RSU (Rappresentanza Sindacale Unitaria) o la sede territoriale della Uiltrasporti. Se necessario, si può avviare una conciliazione o, in casi estremi, un’azione legale per far valere i diritti al riposo, allo straordinario retribuito e al rispetto degli orari contrattuali. 
  • Tutela Psicologica e Sanitaria: Non bisogna sottovalutare i sintomi fisici e mentali. Rivolgersi al Medico Competente aziendale per segnalare i disturbi legati al lavoro a turni è uno dei primi passi per iniziare a trovare giovamento da queste situazioni sfibranti. Parallelamente, un supporto psicologico può aiutare ad imparare gestire l’ansia e lo stress accumulato, trovando così strategie individuali di coping (ad esempio, sul sonno e sull’alimentazione), in attesa che le azioni collettive migliorino la situazione (meglio se il supporto psicologico è presente nell’azienda di appartenenza). 
  • Partecipare alle assemblee sindacali: sono occasioni per condividere esperienze e trovare soluzioni collettive. 

Il lavoro è dignità, non può diventare una condanna. Lavorare su festivi, con turni massacranti e straordinari obbligati, senza tutele adeguate, mina la salute e la qualità della vita. È tempo di riportare al centro la persona, i suoi bisogni e il suo equilibrio; per farlo, serve l’impegno di tutti: lavoratori, sindacati, istituzioni e aziende. 

Il diritto al riposo non è un privilegio ma un diritto umano.