A Roma, un’onda blu per l’Europa: la piazza grida “unità”
Di Enrico Casadei – Uil Ravenna
Piazza del Popolo si è tinta di blu sabato 15 marzo, un’onda di persone unite dal desiderio di riaffermare l’importanza dell’Europa. La manifestazione, nasce da un’idea del giornalista Michele Serra, ed è stato un momento di riflessione e di mobilitazione, in un periodo storico segnato da crisi internazionali e spinte sovraniste.
Il giornalista e scrittore Michele Serra aveva lanciato nelle settimane precedenti su Repubblica un appello accorato: una grande manifestazione di cittadini europei, uniti sotto un’unica bandiera, quella dell’Unione Europea. All’interno dell’articolo, si interroga sulla sopravvivenza dei valori europei di democrazia e libertà, messi in discussione dall’ascesa delle autocrazie e dalla crisi del concetto di “Occidente”. Di fronte a questo scenario, Serra ha proposto pertanto una mobilitazione popolare, una “piazza per l’Europa”, dove i cittadini potessero esprimere il loro sostegno all’unità e alla libertà del continente. L’obiettivo doveva essere quello di inviare un segnale forte alle istituzioni e creare un senso di comunità e identità europea “dal basso”. L’appello di Serra ha suscitato in poche ore un’ondata di reazioni positive, con numerosi cittadini e personalità pubbliche che hanno espresso la loro adesione all’iniziativa. Quella che sembrava una sfida impossibile si è trasformata in realtà; infatti, dopo poche settimane è stata organizzata una manifestazione con la partecipazione di più di 50.000 persone.
Alla manifestazione, quindi, ho deciso di partecipare anche io ed insieme ad un gruppo di romagnoli siamo partiti per Roma.
L’evento si è aperto con l’Inno alla Gioia, tratto dalla Nona Sinfonia di Ludwig van Beethoven. Tale composizione, è un inno all’umanità, un grido di speranza che trascende i confini e le culture. L’Inno alla Gioia è stato adottato come inno ufficiale dell’Unione Europea nel 1985, proprio per il suo messaggio di unità e solidarietà. Le sue note celebrano i valori fondanti dell’Europa: la pace, la libertà e la cooperazione tra i popoli. In un continente segnato da secoli di conflitti, l’inno di Beethoven rappresenta un faro di speranza, un promemoria costante dell’importanza di superare le divisioni e costruire un futuro comune.
Perdonate la breve digressione, ma vedere migliaia di bandiere europee, agitate all’unisono, ha creato in me un’immagine di straordinaria potenza, simbolo tangibile di unità e appartenenza. In quel momento, ogni differenza sembrava svanire, lasciando spazio a un sentimento collettivo di speranza e fratellanza.
Terminato l’inno, sul palco si sono alternati interventi di intellettuali e rappresentanti della società civile, come attori, registi, giuristi, cantanti e scrittori.
Due ore e mezza di interventi, con oltre 40 nomi in programma, ciascuno con due minuti a disposizione, fatta eccezione per alcune situazioni particolari.
Ci sono state letture, musica e testimonianze sull’Europa che esiste, su quella che è stata e su quella che ancora non abbiamo avuto modo di conoscere.
In buona sostanza, la piazza ha riunito tanti europei in cerca d’Europa, ognuno magari con idee politiche diverse ma consapevoli del fine da raggiungere.
Ricordiamo che alla manifestazione ha deciso di aderire anche alla UIL.
Queste le parole del nostro segretario generale Pierpaolo Bombardieri: “Aderiamo con convinzione all’iniziativa “Una piazza per l’Europa” – afferma -, raccogliendo l’appello di Michele Serra, pubblicato su la Repubblica”.
“La Uil – prosegue – è nata autenticamente europeista in un’epoca segnata dalla divisione in blocchi. L’Europa è impressa nella nostra bandiera, i suoi valori nel nostro statuto”.
Bombardieri aggiunge: “Sosteniamo da sempre l’idea federale di Europa: il rafforzamento dell’integrazione non è mai stato per noi un mezzo fine a sé stesso, ma uno strumento volto a migliorare la condizione socioeconomica dei lavoratori e delle persone. Oggi più che mai, è necessario integrare i nostri sistemi industriali e rilanciare la base produttiva europea, preservare i posti di lavoro e rafforzare il principio di una transizione giusta. La difesa europea va rafforzata, ma in un’ottica comune, investendo dove necessario e anche migliorando il coordinamento laddove sono presenti inefficienze di spesa. Se cambia il mondo, non può che cambiare anche il paradigma economico che continua a ispirare l’Europa”.
Il segretario ricorda che “nel corso dei decenni, la Uil è stata tra i fondatori del movimento sindacale europeo e protagonista della costruzione del modello sociale europeo. Ieri, come oggi e come domani, fedeli alla nostra storia. Solo insieme, in Europa, saremo più forti, autonomi e sicuri”.
Infine, il giorno della manifestazione il segretario ha ribadito il suo pensiero.
“Questa piazza piena è la testimonianza che l’idea di un’Europa solidale e sociale ancora vive e vive più tra queste persone e meno tra chi oggi governa. Serve più attenzione alle persone e ai valori di solidarietà e di vicinanza a chi rimane indietro: speriamo che questa piazza, che chiede all’Europa di fare un passo avanti verso l’integrazione e non un passo indietro, non resti inascoltata”.
In conclusione, la manifestazione “Una Piazza per l’Europa” è stata un evento significativo che ha ricordato a tutti l’importanza e la vitalità dell’idea europea. Nonostante le sfide e le divisioni, l’evento ha dimostrato che esiste un forte senso di appartenenza all’Europa, un desiderio di unità e collaborazione.
Intendo concludere questo articolo citando le parole di uno dei padri fondatori d’Italia, Giuseppe Mazzini: «L’epoca passata, epoca che è finita con la Rivoluzione francese, era destinata ad emancipare l’uomo, l’individuo, conquistandogli i doni della libertà, della eguaglianza, della fraternità. L’epoca nuova è destinata a costituire l’umanità; è destinata ad organizzare un’Europa di popoli, indipendenti quanto la loro missione interna, associati tra loro a un comune intento.»