RIDARE DIGNITÀ PAESE, ALLE PERSONE, AL LAVORO.

Vertenza Hera, sindacati: “è rottura”

Vertenza Hera, sindacati: “è rottura”

Dopo gli incontri avuti con la direzione di Hera del 5 e 6 febbraio, gli ultimi in ordine di tempo che si susseguono da ottobre, le organizzazioni sindacali nazionali, regionali, territoriali – e precisamente: Filctem ed FP Cgil; Femca, Flaei e Fit Cisl; Uiltrasporti Uiltec Uil; Fiadel – e il coordinamento nazionale RSU del Gruppo hanno deciso di formalizzare l’apertura dello stato di mobilitazione di tutte le lavoratrici e lavoratori di HERA, di attivare tutte le iniziative mirate ad informare e sensibilizzare l’opinione pubblica e di aprire il percorso necessario alla proclamazione dello stato di agitazione di tutto il personale.

“La direzione Aziendale del Gruppo Hera ha reso sterile questa opportunità di incontro non entrando nel merito delle questioni poste già da tempo e non lasciando nessun dubbio ai partecipanti sulla scarsa volontà mostrata di risolvere i tanti problemi evidenziati”: scrivono le organizzazioni sindacali in un comunicato congiunto.

“Ci aspettavamo – prosegue il comunicato – delle risposte concrete alle nostre richieste su perimetri contrattuali, appalti, organici, sviluppo professionale, smart-working, auto a casa e salute e sicurezza. Risposte che nel merito non ne sono arrivate, registrando solo una vaga disponibilità ad intraprendere un percorso evanescente orientato alla riduzione delle risorse economiche per la contrattazione a vantaggio dei dividendi erogati agli azionisti (Privati e Pubblici). Nessuna disponibilità a discutere di sviluppo professionale e nessuna disponibilità a ragionare di organici, se non la palesata volontà di continuare a ridurre il personale operativo con riorganizzazioni basate esclusivamente su tagli lineari”.

“Assordante – insistono i sindacati – è il silenzio sui perimetri contrattuali e sugli appalti in essere. A tal proposito abbiamo solo ascoltato parole d’ordine come competitività e sostenibilità, in antitesi alla logica del lavoro di qualità e di pari diritti per tutti i lavoratori del Gruppo Hera e dell’indotto. Sull’orario unico a 38 ore per tutti e sull’incentivo delle politiche relative a salute e sicurezza propongono, invece, un rinvio a specifici tavoli tecnici e contrattuali nazionali”.

“Appare evidente la volontà del Gruppo Hera di continuare a snaturare il proprio indirizzo, originalmente assegnatogli dalle proprietà e di essere azienda di servizi essenziali per la comunità, al fine di trasformarsi in una mera stazione appaltante con una esclusiva vocazione finanziaria limitata alla gestione dei contratti di servizio. Riteniamo strategicamente sbagliato questo approccio. Le multiutilities dovrebbero avere un ruolo robusto e centrale nella gestione delle politiche energetiche e ambientali nel Paese e nei territori di competenza, con investimenti mirati per una fondamentale Transizione Ecologica e Sociale, con al centro le persone e i lavoratori. Chiediamo alla Proprietà Pubblica di esercitare il proprio ruolo di controllo e indirizzo strategico. Non è più tollerabile che le risorse siano orientate quasi esclusivamente alla crescita del titolo, piuttosto che agli investimenti, allo sviluppo industriale, alla cura del territorio e alla crescita professionale ed economica del personale diretto e indiretto È assolutamente indispensabile un cambio di rotta!”: concludono le sigle sindacati.