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Codice appalti: Tarlazzi, Governo accolga nostro rilievo e reintroduca riferimento al Piano Generale dei Trasporti

Codice appalti: Tarlazzi, Governo accolga nostro rilievo e reintroduca riferimento al Piano Generale dei Trasporti

“Continuiamo a non essere d’accordo con l’impostazione data al nuovo codice degli appalti pubblici in cui è stato espunto il riferimento al Piano Generale dei Trasporti e della Logistica”. A dichiararlo il Segretario Generale della Uiltrasporti Claudio Tarlazzi che continua: “Il Sottosegretario Ferrante, intervenendo nella Commissione Trasporti della Camera, ha dichiarato che il Piano Generale dei Trasporti e della Logistica, previsto dall’articolo 201 del vigente codice, non è mai stato adottato e che per tale ragione, il nuovo schema di codice, intende promuovere invece una pianificazione e programmazione delle opere di preminente interesse nazionale continuativa, inserita nel Documento di Economia e Finanza. Una considerazione a nostro avviso sbagliata perché si rischia di tornare al meccanismo della legge obiettivo con la mera compilazione di un elenco di opere da attuare scollegate tra loro e senza una visione complessiva della politica dei trasporti; un’impostazione che porterebbe solo alla creazione di costose e inutili cattedrali nel deserto”.

“Il Governo – continua Tarlazzi – accolga il rilievo espresso già da tempo dalla Uiltrasporti, che ha trovato parere favorevole anche in alcuni parlamentari, e reintroduca nel codice il riferimento al Piano Generale dei Trasporti e della Logistica, indispensabile strumento di pianificazione e programmazione delle opere pubbliche nell’interesse del sistema – paese”.

“Un altro elemento critico del Codice che riteniamo importante richiamare – conclude il Segretario Tarlazzi – riguarda il concetto di equivalenza dei Contratti collettivi nazionali applicati. Tale impostazione non può riguardare esclusivamente l’aspetto dei minimi salariali ma deve essere necessariamente esteso a tutto ciò che riguarda la disciplina del rapporto di lavoro sia di carattere economico che normativo per evitare processi di dumping e contrazioni dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori”.