RIDARE DIGNITÀ PAESE, ALLE PERSONE, AL LAVORO.

Sciopero ferrovie: ricorreremo contro decisione Mit. Preoccupante attacco al diritto di sciopero previsto dalla Costituzione

Sciopero ferrovie: ricorreremo contro decisione Mit. Preoccupante attacco al diritto di sciopero previsto dalla Costituzione

“Ricorreremo nelle sedi giudiziarie competenti per impugnare questo provvedimento che contrasta pesantemente con il diritto allo sciopero previsto dalla nostra Costituzione”.

Ad affermarlo il Segretario Generale Claudio Tarlazzi e il Segretario Nazionale Roberto Napoleoni della Uiltrasporti in merito alla decisione del Ministro delle Infrastrutture e trasporti Matteo Salvini di ridurre con un decreto lo sciopero previsto per domani nel settore ferroviario.

“Lo sciopero, sia quello di Trenitalia che Italo-Ntv era stato proclamato da tempo e con l’approvazione del Garante sugli scioperi. Oggi il Ministero, fuori tempo massimo, decide di convocare un tavolo assolutamente inconcludente – proseguono Tarlazzi e Napoleoni – che non ha portato a nessuna soluzione per le lavoratrici e i lavoratori.

Le responsabilità di questa situazione vanno imputate alle aziende che continuano a lasciare inascoltate le nostre richieste.

Serve per quanto riguarda Trenitalia un adeguato piano di assunzioni e un equilibrio nella programmazione dei turni maggiormente sostenibile, gli equipaggi dei treni convivono ad esempio con un’eccessiva saturazione dei turni di servizio al punto di arrivare alla mancata concessione delle giornate di ferie. Per quanto riguarda Italo invece è inaccettabile che l’azienda si rifiuti di rinnovare il contratto e continui a lasciare in una fase di stallo negoziale e di distanza tra le parti le trattative soprattutto nella parte salariale offrendo un adeguamento indegno considerata l’attuale fase economica e inflattiva che erode il potere di acquisto delle retribuzioni.

Motivazioni più che legittime – concludono i due sindacalisti – che noi continueremo a portare avanti nonostante il Ministero compia simili atti di forza davvero preoccupanti per il futuro delle lavoratrici e dei lavoratori che manifestano per la tutela e il riconoscimento dei propri diritti”.