RIDARE DIGNITA' AL PAESE, ALLE PERSONE, AL LAVORO.

Sciopero: oggi la mobilitazione nelle regioni del Nord

Sciopero: oggi la mobilitazione nelle regioni del Nord

Oggi la mobilitazione indetta dalla Uil insieme alla Cgil contro la manovra e le misure insufficienti del governo sulle politiche sociali ed economiche del nostro paese, ha fatto tappa nelle regioni del nord Italia.

Alla manifestazione che si è svolta in Piazza della Borsa a Trieste è intervenuto in chiusura il Segretario Generale della Uiltrasporti Claudio Tarlazzi.

“La nostra non è una mobilitazione politica. Noi ci mobilitiamo – ha detto Tarlazzi – perchè il Governo non risponde alle necessità del Paese. E non ci fermeremo fino a quando non avremo risposte.

Chi cerca di strumentalizzare le nostre manifestazioni per fare politica è il Ministro

Salvini che invece di ascoltare le ragioni di lavoratrici e lavoratori ha usato una pratica

repressiva non degna di un Paese democratico per colpire il sindacato, per mettere a tacere le lavoratrici e i lavoratori.

Ci hanno detto che non abbiamo bisogno di un salario minimo e allora ci dicano come

dare maggiore forza e peso alla contrattazione per rinnovare i contratti scaduti.

Sono ancora circa 7 milioni i lavoratori che aspettano il rinnovo del contratto di

lavoro e ogni giorno che passa aumentano le difficoltà sotto la scure dell’inflazione

che sul carrello della spesa è ancora oltre all’8%.

Avevamo proposto la detassazione degli aumenti contrattuali per sostenere la

crescita dei salari reali e avere il necessario recupero del potere d’acquisto con i

rinnovi

Ci sembrava una misura di buon senso che tra l’altro non sarebbe costata nulla , ma

ancora una volta siamo rimasti inascoltati.

Milioni di persone che pur lavorando sono sotto la soglia di povertà; ragazze e

ragazzi, costretti a lavori precari, che fuggono dal nostro paese per inseguire un

progetto di vita qui irrealizzabile, lavoratrici e lavoratori impiegati in appalti al

massimo ribasso costretti spesso a scegliere tra il seguire le norme di sicurezza e avere ancora un lavoro.

Noi vogliamo un modello di sviluppo nuovo. Un modello sociale incentrato sulla persona e sul buon lavoro. Un modello che consenta ai nostri giovani di costruirsi un futuro, una famiglia, potendo contare su politiche di welfare che diano il giusto sostegno e permettano la conciliazione dei tempi vita lavoro.

Mentre le banche fanno utili per 43 miliardisulle spalle dei cittadini a causa del rialzo dei tassi deciso dalla Bce e quindi con il rincaro dei mutui e dei prestiti, il Governo ha deciso di dar loro la possibilità di non pagare neppure un euro aggiuntivo e quindi di non incassare nulla di più dalla tassazione degli extraprofitti nonostante fosse un cavallo di battaglia in campagna elettorale. Soldi che sarebbero stati messi per aiutare le persone di questo paese.

E ancora nulla si fa per contrastare l’evasione fiscale calcolata in 100 miliardi e se consideriamo anche l’economia sommersa, il conto arriva 192 miliardi di euro, ma il Governo decide di fare scelte diverse: la sanatoria sugli scontrini fiscali, il concordato preventivo, la flat tax. E intanto a pagare per tutti sono sempre lavoratori dipendenti e pensionati. Non c’è sviluppo economico se non c’è sviluppo sociale e noi su questo continueremo a batterci.

Sarà un percorso lungo ma il modello di sviluppo di questo paese deve cambiare.

Non è una posizione ideologica la nostra, la sofferenza di milioni di persone e il disagio di tanti lavoratrici e lavoratori non è ideologia, è realtà e noi su questo non smetteremo mai di lottare”.

La chiusura del Segretario Generale Claudio Tarlazzi alla manifestazione di Trieste